Il Bianco & il Rosso - anno IV - n. 38 - marzo 1993

{).!J, BIANCO a.L, ILROSSO iiikii•ili Milanoe Italia:duecrisi. Laripresa èappenainiziata di TizianoTreu A d un anno da Tangentopoli si è visto quanto lo scandalo vada oltre i confini di Milano e abbia inquinato in profondità, oltre le peggiori supposizioni, le istituzioni della Repubblica. Che cosa si è fatto durante quest'anno per reagire alla gravità della situazione? Mi riferisco a Milano, che vedo più da vicino; ma Milano riflette enfatizzati problemi nazionali. Molti di noi hanno sottolineato in questi mesi l'urgenza di fronteggiare la crisi, anzi in un certo senso di utilizzarla, per impegnare un fronte ampio di forze riformiste su due obiettivi di fondo: uno istituzionale/amministrativo, ed uno più squisitamente politico. Il primo è di riprendere un'azione di buon governo, che eviti la paralisi della vita pubblica ed economica. L'altro è di riaggrega~e questa coalizione di forze riformiste non solo in vista dell'emergenza di Tangentopoli e della conseguente crisi economico sociale, ma per preparare una fase costituente politico-istituzionale di portata più ampia. Il primo obiettivo è stato perseguito con tenacia della Giunta Borghini a Milano e, con le evidenti differenze, dal Governo Amato, in sede nazionale. 2. I risultati sono stati non irrilevanti, ma insufficienti. In sede nazionale il governo è riuscito ad acquisire alcuni risultati eccezionali, se confrontati con le prassi del nostro passato recente, ed infatti necessari da decenni: la riforma del pubblico impiego, e delle pensioni, una prima manovra di riaggiustamento economico, l'impostazione della riforma della finanza locale e del sistema sanitario, la abolizione della scala mobile con un accordo triangolare che ha dato un for9 te viatico sindacale alla navigazione politica di Amato. Eppure tutti avvertono che il più resta ancora da fare: alcuni provvedimenti sono appena impostati, ed in modo a dir poco incerto, come le cosiddette privatizzazioni; altri si giocheranno in fase di gestione, come la riforma del pubblico impiego e la stessa riforma pensionistica, che peraltro va rivista e completata con le regole sulle pensioni integrative, la finanza locale richiede ben altri rafforzamenti, in un quadro di revisione profonda dei poteri regionali; la manovra economica è da riprendere ex novo, con la necessità di sacrifici più gravi e meglio distribuiti; una razionalizzazione del sistema delle relazioni industriali (struttura della contrattazione collettiva), regole sulle Rappresentanze Sindacali Aziendali, partecipazione dei lavoratori anche alla economia delle imprese, con l'azionariato) è urgente se non si vuole che l'accordo del 31 luglio 1992 diventi sempre più insostenibile da un sindacato già sull'orlo del collasso. Il problema occupazionale sovrasta ogni altro, non solo in Italia, e richiede misure ulteriori agli aggiustamenti normativi dei decreti già approvati: misure di sostegno allo sviluppo economico, una strategia di politica industriale, una destrutturazione drastica del Ministero del Lavoro e la regionalizzazione delle istituzioni di governo del mercato del lavoro. L'attivismo della Giunta Borghini di Milano non è stato meno eccezionale (relativamente al passato); Borghini ha avviato processi bloccati da anni in materia urbanistica (la Fiera, il progetto del Portello, il nuovo depuratore, i piani di recupero abitativo, il piano di riutilizzo delle aree dismesse, la cui approvazione finale è stata interrotta dalla crisi di Giunta), in materia di va-

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