i).!J, BIANCO ~ILROSSO •l8P;D1Ptll••~1~Q•1X1 AmericaLatina:i rischi dellademocrazieadellasolidarietà ei prossimi dodici mesi s1 N svolgeranno le elezioni politiche e presidenziali in ben quattordici paesi e quindi è il momento propizio per misurare i livelli di consenso raggiunto dalle giovani e fragili democrazie latinoamericane. Parlare del'America latina oggi, è parlare delle difficoltà del consolidamento democratico. I problemi del consolidamento democratico sono fondamentalmente di tipo economico o meglio i problemi che affrontano la maggioranza di questi paesi sono quelli che le democrazie non sono riuscite finora a risolvere e che molto spesso si traducono in dissenso verso lo stesso sistema democratico. Ma le difficoltà sono anche di natura istituzionale e su questo piano i processi di consolidamento sono forse andati più veloci che su quello economico. La fine delle esperienze autoritarie e militari degli anni settanta, così come il collasso dell' economie di pianificazione centralizzata, ha fatto diventare questa fine di secolo un grande laboratorio per la sperimentazione politica e socioeconomica, all'interno del quale si stanno realizzando dei processi di transizione inediti con importanti innovazioni rispetto alle esperienze del passato. Sul piano economico oltre all'indebitamento con l'estero migliorato in questi ultimi due anni: la disoccupazione è anch'essa migliorata negli ultimi anni - anche se è cresciuta a dismisura la sottoccupazione e il lavoro nero o informai - oltre all'inflazione, sostanzialmente migliorata nell'ultimo biennio, è sul terreno sociale che si registrano le maggiori difficoltà. In particolare la maggioranza degli di Alberto Cuevas studiosi parlano di «indebitamento sociale» e cioè l'enorme povertà che si è estesa in tutto il continente latinoamericano. Se nel 1980 c'erano 136 milioni di poveri (41 per cento della popolazione) nel 1990 i poveri erano ben 196 milioni e cioè il 46 per cento della popolazione. Di questi circa 94 milioni di persone sono indiqentes cioè persone che vivono al di sotto della soglia di povertà definita dalla Comision Economica para America latina (Cepal) un'importante organismo dell'Onu. La crescita della povertà aumenta in forma accumulativa nell'ordine del 4 per cento annuo. Ci sono paesi come l'Honduras che hanno un livellodi povertà supe- .- i' ..... - . . ·•. 70 riore al 75 per cento della popolazione, Guatemala superiore al 73 per cento, il Perù con oltre il 60 per cento della popolazione, ecc. (1990); ci sono altri paesi come il Brasile ad esempio che hanno oltre 70 milioni di persone sotto la soglia della povertà. Rispetto al passato laddove la povertà era fondamentalmente di tipo rurale, il fenomeno velocemente accresciuto negli anni ottanta si è manifestato per lo più nelle zone urbane in particolare nelle grandi città del sub continente. Circa un milione di bambini minori di cinque anni muoiono ogni anno per cause ritenute evitabili (generalmente per mancanza di vaccini); circa 80 milioni di bambini sono poveri e sette milioni soffrono la denutrizione vedendo il proprio sviluppo fisico e intellettivo irrimediabilmente compromesso. Si potrebbe dire che la maggioranza dei bambini dell'America latina è costituita da bambini poveri e che la maggioranza dei poveri sono bambini. Nel laboratorio di questo fine secolo le politiche di riforma economica hanno comportato un sostanziale peggioramento nella distribuzione della crescita e un elevato costo sociale posticipando o addirittura cancellando ogni obiettivo di natura sociale. Paradossalmente in America latina il Prodotto interno lordo escluso 11Brasile è aumentato nel 1992 del 4,3 per cento. Il prodotto per abitante del Pii è stato del 2,3 per cento se si include il Brasile. Solo quattro paesi (Barbados, Brasile, Perù, Haiti) hanno registrato tassi di crescita negativi nel 1992; altri paesi (Argentina, Cile, Panama, Uruguay, Venezuela) hanno avuto tassi di crescita superiori al 6per cento. Un vero boom economico. L'infla-
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