con il «mercato globale» si sta rivelando estremamente impegnativo: a differenza del passato il terreno sul quale dobbiamo confrontarci con concorrenti sempre più agguerriti non è più quello delle ristrutturazioni (come dire, che lo slogan «piccolo è bello» è ormai superato); oggi la partita si vince (o si perde) su due fronti contemporaneamente: quello dell'innovazione e quello dei costi di produzione dei prodotti e dei servizi cosiddetti «maturi». Su enD!LBIANCO ~ILROSSO ••11 )®18; 1 trambi i fronti non abbiamo le carte a posto. Per sostenere con buone chances di successo la sfida, anche una rifondazione su basi di razionalità dello stato sociale può dare, deve dare, il suo determinante contributo. In questa fase della nostra storia che si caratterizza, purtroppo, soprattutto per il venir meno di sicuri punti di riferimento, la riscoperta del significato civile e sociale degli ideali solidaristici passa attraverso una riconsiderazione complessiva dell'insieme delle politiche (previdenziale, sanitaria, assistenziale, scolastica) che danno corpo e sostanza al progetto di rinascita della collettività nazionale. Di qui l'esigenza di recuperare in pieno l'eticità del messaggio contenuto nella carta costituzionale, primo passo da compiere per una vera rinascita morale del Paese. Strutturseociali e redditodisponibile L a teoria della produzione e della distribuzione del reddito costituisce, accanto a quella del valore e dello scambio, il problema centrale dell'analisi economica. La distribuzione del reddito nazionale tra i fattori della produzione e tra coloro che partecipano alla sua formazione è spiegata fissando l'attenzione: 1) sulla distribuzione personale del reddito; 2) sulla distribuzione funzionale del reddito. Nel primo caso, si spiega la distribuzione del reddito tra gli individui o tra le famiglie, in base alle caratteristiche quantitative/qualitative dei fattori produttivi che possiedono (servizi lavorativi offerti al mercato del lavoro e capitali, reali e monetari, accumulati nel corso del tempo), senza tuttavia trascurare le variazioni di reddito che sono ricollegabili alle diverse fasi del ciclo vitale di eiadi Renata Livraghi scun individuo o membro della famiglia. Nel secondo caso, si spiega la distribuzione del reddito tra i fattori produttivi. Nelle analisi degli economisti classici ed in particolare in quella di Ricardo, i proprietari dei fattori produttivi coincidono con le classi sociali prevalenti del tempo. L'identificazione ricardiana dei fattori produttivi (lavoro, capitale, terra) con gli individui che appartengono alle diverse classi sociali (lavoratori, capitalisti, proprietari terriari) non ora risulta essere più valida. La maggior parte degli economisti privilegia l'aspetto della distribuzione funzionale del reddito e considera invece la distribuzione personale del reddito un problema che interessa gli statistici, perché descrive e non interpreta la realtà. A questo proposito, P. Sylos Labini propose, nella seconda metà degli anni settanta, una struttura sociale italiana che si basava sulle diverse classi di reddito e su gruppi omogenei di individui, relativa50 mente alla loro principale fonte di reddito. Tuttavia, se da un lato si osserva una costanza nel corso del tempo della distribuzione funzionale del reddito, dall'altro lato non si deve necessariamente ipotizzare tale costanza anche nella distribuzione personale del reddito. Gli sforzi per modificare la distribuzione personale del reddito degli individui e delle famiglie possono mutarla, anche a livello macroeconomico, se riescono a «correggere» e a introdurre «distorsioni» nelle offerte relative dei diversi fattori produttivi. Come osserva R. Targetti Lenti, non sembra infatti indifferente accertare che il gruppo dei redditieri più poveri è oggi costituito in prevalenza dai pensionati, mentre negli anni cinquanta la maggioraza di questi poveri era composta soprattutto dai lavoratori agricoli. Allo stesso modo, non è privo di conseguenze, per il processo di accumulazione del capitale, verificare il fatto che nei decili più eleva-
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