Il Bianco & il Rosso - anno IV - n. 38 - marzo 1993

0!.LBIANCO ~ILROSSO iiikiii•P La classe politica ha quindi una grande responsabilità. Man mano che emerge in tutti i suoi contorni l'iceberg del finanziamento occulto dei partiti, si incrina sempre più il rapporto di fiducia tra i cittadini, le forze politiche e le istituzioni. La fine dei partiti fortemente ideologizzati ha spezzato il rapporto dialettico con la «base», con la società reale di cui dovevano essere espressione. La ricerca del consenso si è così tradotta nella corsa sfrenata all'occupazione delle istituzioni, dei posti di potere e di controllo. All'etica della responsabilità pubblica si è sostituito il «rampantismo» degli anni ottanta. Occorre una netta rottura di continuità. Affrontare con determinazione la questione morale è oggi la premessa essenziale per ridare credibilità alle istituzioni, ravvivare l'associazionismo politico e tentare di risolvere i problemi che affliggono il Paese, da quelli economici a quelli sociali. La questione morale è quindi strettamente legata a quella politica. Non è compito della Magistratura creare norme e leggi che permettano un corretto funzionamento delle istituzioni. Ai giudici spetta il compito di far rispettare tali leggi. É quello che stanno facendo nell'inchiesta «Mani pulite». Nessun complotto è in atto. Nessun golpe. Da anni era intuibile ciò che oggi è palese, e cioè che il sistema dei partiti viveva al di sopra delle sue possibilità e che di conseguenza regnava un regime di illegalità diffusa. Le forze politiche dovevano intervenire in tempo sul fronte del finanziamento dei partiti. Non solo ciò non è avvenuto, ma chi in passato ha sollevato il problema e ha tentato di porvi rimedio è stato isolato e additato con disprezzo come «moralista», quasi fosse quello il vero reato. In questi anni il mondo politico è stato sordo al problema della legalità della politica stessa preferendo, come spesso accade in italia, una battaglia della parola piuttosto che un confronto sulle leggi e sui comportamenti concreti. Certo, si è creato un clima da «caccia alle streghe». Si è passati cioè da una totale indifferenza nei confronti dell'aspetto «etico» della politica ad una situazione in cui un avviso di garanzia significa già di per sé una condanna definitiva. Sotto questo profilo i mass media fanno la loro parte. Occorre una soluzione politica alla questione morale, come ormai si va ripetendo da più parti. 5 La Magistratura deve andare avanti nelle indagini, riscontrando le illegalità e punendo i colpevoli. Ma il potere politico deve a sua volta e al più presto definire nuove regole prima che lo svolgersi dell'inchiesta rischi di travolgere l'intero sistema democratico. In tal senso è necessario arrivare ad un ricambio della classe politica ed alla ridefinizione dei partiti e del loro ruolo, nell'ottica della trasparenza e del controllo. Occorre dare un forte segnale di rinnovamento alla pubblica opinione. Chi ha rubato e si è macchiato dei reati di corruzione, concussione o estorsione deve essere perseguito penalmente, senza alcun colpo di spugna. «Via i corrotti!» ha esclamato giustamente il Capo dello Stato, Oscar Luigi Scalfare. Per quanto riguarda i reati di violazione della legge sul finanziamento pubblico dei partiti, è essenziale che il maltolto venga restituito e che chi ha commesso irregolarità venga estromesso per il futuro da cariche pubbliche. I partiti dovranno essere leggeri, con una più diretta responsabilizzazione degli eletti, favorendo una rete di presenze e di momenti associa - tivi con i quali i partiti ed i singoli dovranno interagire. É necessaria una completa trasparenza nella vita economica e finanziaria che deve fare dei partiti e dei gruppi politici delle «case di vetro», senza più la presunzione di poter sottrarre i politici alle regole che sono proprie di tutti i normali cittadini. Se avessimo avuto in Italia una disciplina delle campagne elettorali dei candidati analoga a quella che vige negli Stati Uniti, probabilmente un episodio quale quello che ha coinvolto il segretario del Pri La Malfa non sarebbe accaduto. In genere infatti negli Usa ogni candidato ha un responsabile amministrativo della sua campagna elettorale cui compete dare conto di spese sostenute e contributi ricevuti. Occorre separare nettamente l'attività politica dalla gestione dei rapporti patrimoniali. In tal senso, acquista rilievo l'idea di costituire delle fondazioni a latere dei partiti, alle quali questi ultimi dovranno conferire tutti i cespiti patrimoniali e le attività economiche. É incoraggiante che questo concetto - presente nella proposta di legge di riforma del finanziamento dei partiti da me presentata nell'84 - cominci a farsi largo ed è auspicabile che i partiti comincino da subi-

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