Il Bianco & il Rosso - anno IV - n. 38 - marzo 1993

~!I-~ Bli\NCO '-XILROSSO ATTUALITA Leviedelrisanamento: acominciardealPsi di Valdo Spini tiamo vivendo delle giornate drammatiche. I S resoconti quotidiani degli sviluppi dell'inchiesta «mani pulite» appaiono ormai come dei veri e propri bollettini di guerra. La lista dei «caduti» sul fronte Tangentopoli si estende a macchia d'olio, con il coinvolgimento di autorevoli esponenti politici dei vari partiti - compresi quelli «degli onesti» - e del mondo imprenditoriale. C'è chi parla di una Rivoluzione italiana in corso, chi di un golpe contro la democrazia, chi della fine del vecchio regime partitocratico. Di certo in Italia si sta chiudendo un'era. Alla preoccupazione ed al timore, propri dei grandi momenti di rottura con il passato, si accompagna però la speranza e l'impegno per la transizione ad un nuovo sistema in cui non si affermi che la politica è una cosa sporca, ma che vi è un modo pulito di far politica. É questo l'atteggiamento che si riscontra nella stessa società civile, nella gente comune. Il disgusto per la politica, il disprezzo nei confronti dei partiti, la fuga nel privato è solo una faccia della medaglia. Al tempo stesso vi è infatti da parte dei cittadini l'esigenza di partecipare al cambiamento in atto. Il successo che hanno riscontrato le campagne referendarie, a partire da quella per la preferenza unica nel '91, come il fermento per liste e partiti nuovi lo stanno a di4 mostrare. Vi è cioè l'esigenza di riappropriarsi di un diritto fondamentale per le democrazie: quello alla partecipazione. É vero: i partiti sono lo specchio della società italiana, una parte della quale cerca scorciatoie piuttosto che seguire le regole, chiede privilegi contro i soprusi dell'inefficienza dei pubblici poteri, ricercando troppo spesso soluzioni individuali piuttosto che tendere a conseguire l'efficienza del sistema. L'idea di un mondo politico totalmente corrotto ed immorale di contro ad una società civile onesta ed irreprensibile è una pura illusione. Il sistema che oggi sta crollando sotto l'azione dei giudici si è retto per anni grazie ad un complesso equilibrio basato sulla connivenza tra potere politico,imprenditoriale e burocratico avallato in parte dalla stessa base sociale del Paese. Al tempo stesso è vero però che non tutto è marcio. Ed il fatto che questo perverso equilibrio si sia oggi spezzato ne è dimostrazione. Il Paese regge, nonostante tutto, proprio perchè gran parte della società italiana s'impegna e lavora onestamente. Anche questa parte della società è e deve essere rappresentata dalla classe politica. Questo è il punto: creare le condizioni perchè l'Italia degli onesti possa pesare e avere voce, recidendo l'intreccio tra la parte malata del Paese e i partiti.

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