Il Bianco & il Rosso - anno IV - n. 38 - marzo 1993

due meriti incontestabili e di assoluto valore; ha affrontato e parzialmente risolto i problemi politico-sociali meglio delle alternative storiche rappresentate dal socialismo reale e dal liberismo più aggressivo. Ha, inoltre, contribuito allo sviluppo del paese; secondo il calcolo del Censis, il benessere italiano si è sviluppato negli ultimi 30 anni del 385% (il reddito nazionale si è moltiplicato quasi per quattro), anche grazie ad una spesa sociale salita dal 15al 27% del Pil. Soprattutto, lo Stato sociale non ha alternative per ragioni teoriche e pratiche. Infatti, la solidarietà è e rimane una coordinata essenziale senza la quale esplodono conflitti distruttivi, gli interessi si frammentano, il tessuto di convivenza si lacera in modo irreparabile. Si può anzi affermare che la costruzione politico-sociale del Welfare è destinata ad incrementare il suo «appeal»; infatti, accanto ai compiti tradizionali - distribuzione del reddito, consolidamento ed affinamento dei diritti {)!.LBIANCO ~ILROSSO I nf)-.1§1 I a il di cittadinanza, determinazione della qualità della vita, erogazione di servizi essenziali-, lo Stato sociale deve affrontare da subito problemi esplosivi quali l'invecchiamento della popolazione, il calo demografico, l'ondata immigratoria, l'ingresso delle donne nel mercato del lavoro, le domande poste dalle vecchie e nuove marginalità, dai vecchi e nuovi disagi, la pervasività tecnologica e la correlata esigenza di riqualificazione permanente della forza lavoro occupata. D'altronde, nelle società postacquisitive o postmateriali i diritti del cittadino si espandono; si rivendicano i «tradizionali» diritti alla salute, alla sicurezza, ad una vecchiaia serena e gratificante, ad una formazione alta che dia i codici per una società complessa, ad una casa confortevole, a trasporti efficienti; ma si rivendicano anche i «nuovi»diritti alla pace, all'informazione, ad un ambiente sano e ad uno sviluppo compatibile, alla multiculturalità. 33 Evoluzionedello Stato sociale in Europa Ovunque il Welfare è in stato di sofferenza: tutti i paesi devono affrontare le sfide di una povertà che riemerge quando non si espande, di un dualismo marcato tra un nucleo forte e protetto e una marginalità consistente, di un invecchiamento della popolazione che fa lievitare i costi finanziari delle pensioni, della sanità e della protezione e squilibra il rapporto tra contributi e prestazioni, di una crisi istituzionale delle famiglie che si ripercuote su minori, anziani e donne. Quello che maggiormente preoccupa è la lievitazione dei costi cui non corrisponde, comunque, un miglioramento della qualità dei servizi tradizionali. Da almeno un decennio, governi e parlamenti intervengono più o meno radicalmente e speditamente in tre direzioni principali muovendosi verso il decentramento, cioè la responsabilizzazione degli Enti Locali; attuando la privatizzazione, meglio la dere-

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