Il Bianco & il Rosso - anno IV - n. 38 - marzo 1993

DlLBIANCO a.l..ILROSSO ATTUALITÀ Vale la pena parlarne, sia pure in attesa che sia pronta la veste definitiva e sia lanciata con l'appoggio del sindacato dei giornalisti in una veste più «veloce», da far circolare tra gli utenti stessi dei mass-media. Il clima attorno alla professione, però, non potrebbe essere più infuocato. Vale la pena tenere l'Ordine, si torna a domandare? O nel clima di «trasparenza» richiesto dal paese ben venga la morte ufficiale di una corporazione di privilegiati? Inoltre prosegue, a sorpresa, un braccio di ferro senza precedenti col Parlamento italiano. Sia il progetto Martelli che quello Gargani prevedono novità di non poco rilievo rispetto ali' esercizio del cosiddetto «diritto di cronaca». Pene più severe fino a 5 anni per chi rivela notizie segrete di un procedimento penale, fino a 3 anni a chi pubblica foto di persone detenute o arrestate, interdizione dalla professione per un anno per chi pubblica notizie di fonte anonima, obbligo di indicare i nomi degli informatori, risarcimento degli eventuali danni patrimoniali dalla parte lesa. Per la verità Martelli ha scaricato la responsabilità del testo ministeriale (prima del suo abbandono dal dicastero di Grazia e Giustizia) su di una commissione mista di magistrati e docenti universitari. Di certo l'atteggiamento parlamentare dovrebbe essere complessivamente meno liberticida, anche se rilancia l'idea· Gargani di un Giurì «esterno» (tre giuristi e 2 esperti di comunicazione) di nomina presidenziale, che fisserà le regole, farà rispettare il diritto alla privacy e alla ret23 tifica, comanderà sanzioni fino a 200 milioni con possibilità di far sospendere la concessione per radio e tivù private. L'Ordine ha replicato per le rime. Si tratta di veri e propri «tribunali speciali», cioè un insulto per i giornalisti e per gli stessi magistrati ordinari. Meglio, piuttosto, un Giurì espresso dall'interno del mondo dell'informazione, seguendo il modello del mondo pubblicitario, sostiene l'Ordine. Quel modello autogestito funziona: su 400 casi l'anno di spot o inserzioni «sospette», circa 200 casi si risolvono «al volo», altri 150 con ingiunzioni e 50 con vere e proprie sentenze. Quando allora un Giurì tecnico, all'interno di un «Comitato nazionale per la correttezza dell'informazione»? Con calma, dice Gianni Faustini, che sta provando a ridare un'immagine di efficienza all'Ordine. Così sottolinea quanto è stato fatto nella lotta contro il lavoro nero, o per far decollare scuole di formazione giornalistica, o per regole più serie negli esami di idoneità. Per ora bastano le sanzioni di sempre, a livello regionale, più simboliche che «deterrenti», nonchè una velocizzazione dell'intervento di garanzia grazie ai nascenti «Numeri Verdi» per l'utente che vorrà vedere applicata al suo caso la «Carta dei doveri». Il testo in sè è equilibrato e a suo modo comunque «eversivo» rispetto al liberalismo del passato. L'auspicio è che possa trasformarsi in un Protocollo aggiuntivo allo stesso contratto di lavoro, ma solo il giorno che verrà completato da una lista di pari doveri da parte degli editori. Quattro i blocchi di fondo del testo (guai chia-

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