D!.LBIANCO ~ILROSSO J;iikiil•t;i specie dei partners europei, per non scaricare su uno stesso paese programmi e progetti con finalità e obiettivi divergenti o comunque scordinati o, peggio ancora, contrapposti. La verifica e la valutazione dei risultati. B) Indirizzi politici che considerino prioritari gli interventi sull'uomo (ogni progetto dovrebbe avere una componente formativa, di crescita delle persone), con particolare riferimento ai problemi sociali, al lavoro e all'occupazione, ai diritti e alle libertà fondamentali, alla democrazia, al rafforzamento delle istituzioni, ai processi di pacificazione e di integrazione, in modo anche da rendere chiara la distinzione tra l'aiutocooperazione allo sviluppo e la penetrazione commerciale e industriale, che è altra cosa, da coordinare certo con la prima, ma da gestire e da valorizzare con altri criteri, altre finalità, altre strutture, altri stanziamenti. C) Una più chiara distinzione e valorizzazione - e, ove necessario, potenziamento - delle varie specificità e competenze relative alla cooperazione: quella politica, la diplomatica-negoziale, la tecnica-valutativa, l'amministrativa e di controllo; una conseguente struttura e organizzazione coerenti, con responsabilità precise, con regole chiare, con procedure semplici e snelle, con tempi certi. La situazione attuale nel ministero è così confusa che chiunque, in qualsiasi momento e per qualsiasi motivo, ha il potere di bloccare, modificare, rallentare un intervento di sviluppo. Non vi ·sono regole, le proce20 dure vengono inventate all'istante dal funzionario di turno, non esiste certezza sui tempi. Progetti previsti e programmati con i paesi partners per un dato periodo vengono finanziati e realizzati due, tre, quattro anni dopo, con immaginabili conseguenze in perdita di efficacia e anche di credibilità. Un esempio, tra mille, può essere illuminante. È umiliante per il governo italiano, ma anche per tutti noi, ricevere dal governo cileno la comunicazione della rinuncia all'aiuto promesso per la costruzione urgente di alloggi economici e popolari, dato che, a due anni dall'impegno solenne dell'Italia per sostenere il nuovo Cile democratico dopo diciassette anni di dittatura, nulla ancora si è mosso, mentre il governo cileno si sente ormai in dovere di costruirli, ovviamente ricorrendo ad altre risorse. Quanti Paesi africani vorrebbero imitare il Governo cileno, trattenuti solo dagli enormi bisogni e dalla dipendenza! D) Stanziamenti adeguati ai problemi che si intendono affrontare. Se la diminuzione di 2.200 miliardi delle previsioni di spesa per il 1993 per le attività di cooperazione allo sviluppo rappresenta una misura temporanea e eccezionale, legata alla difficile situazione italiana, allora può essere accettata e dovrà essere presa come occasione per qualificare e finalizzare in modo ottimale gli interventi. Rimane però una gran rabbia nel vedere inalterati gli stanziamenti per la difesa rispetto agli anni precedenti, e nel constatare che parte della diminuzione alla coopera-
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==