01.LBIANCO ~ILROSSO Uiiiiliii gente ... sto cercando il modo di bloccare la mia paura nel caso i fascisti arrivino a casa mia e per trovare la forza di suicidarmi ... ». Ho parlato delle donne serbe e del loro dissenso alla politica nazionalistica di Milosevic per rompere il loro isolamento e mostrare che esiste una opposizione in Serbia che va aiutata a crescere. E gruppi di donne, non solo in Serbia ma anche in Croazia, in Slovenia e donne bosniache profughe, attivamente si oppongono al nazionalismo, all'odio e alla violenza cercando di collegarsi tra di loro per trovare percorsi di pace. Difficilissimo. A Zagabria, come a Belgrado, queste donne vengono tacciate di tradimento e molto spesso minacciate. E sono proprio loro che, mentre soccorrono le donne stuprate, chiedono di non usare lo stupro e la violenza praticate in questa guerra come un'altra arma per accendere l'odio tra le etnie. «Lo stupro» - dicono - «non è nuovo nelle guerre, il corpo delle donne è sempre stato usato per soddisfare i bisogni sessuali dei soldati e per infliggere al «nemico» l'umiliazione, questa volta è anche programmato. Ma lo stupro, sia in guerra che in tempo di pace non è mai stato visibile. Le donne hanno combattuto battaglie per renderlo tale e perché fosse riconosciuto come un crimine contro la persona. In questa guerra lo stupro è entrato nel vertice della politica internazionale, è diventato visibile e l'interesse mo- ~ f. 16 strato è sembrato più essere una strumentalizzazione per la propaganda sulla guerra e per far crescere l'odio tra le etnie, che non un interesse reale per la sofferenza delle donne». Anch'io condivido questa opinione, senza togliere nulla alla drammaticità e alla gravità del fenomeno. Le donne stuprate forse non saranno 20.000 o 30.000 ma certamente l'esistenza dei campi di detenzione per sole donne, dei bordelli, gli stupri effettuati durante la pulizia etnica nei paesi e nei villaggi e dalle testimonianze, rivelano una vasta proporzione. In verità i dati non possono essere certi, i 20 e 30 mila stupri (e la differenza tra un dato e l'altro non è irrisoria), sono stati fatti sulla base di stime e non verificati. Del resto è difficile verificare, molte sono le donne prigioniere, la guerra è ancora in corso, le donne profughe, se anche sono state violentate, non osano parlarne per timore del loro futuro e di non essere più accettate socialmente, questo in principal modo per le donne musulmane che sono quelle che maggiormente subiscono la violenza dello stupro e della guerra. Amnesty, nell'indagine svolta non dà cifre e sostiene che casi di stupro sono avvenuti da ognuna delle parti in conflitto, le forze paramilitari serbe e l'esercito serbo della Bosnia sembrano però essere i maggiori responsabili. Amnesty ha individuato varie situazioni in cui
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