DlLBIANCO ~ILROSSO ii liii liii Parlamento nazionale, rispetto ai corrispondenti gruppi consigliari milanesi. Proprio perché le elezioni sono ormai imminenti, e la crisi dei partiti è tuttora profonda, il funzionamento delle istituzioni diventa un punto più che mai essenziale. Lo è per garantire la normalità istituzionale (che non è per niente irrilevante né scontata in un periodo come questo); ma è essenziale anche per evitare ulteriori peggioramenti delle condizioni economico sociali dell'Italia, che colpiscono soprattutto gli strati deboli della popolazione. Per questo la crisi provocata a Milano, senza alternative, è poco responsabile, soprattutto da parte delle forze di sinistra. Essa appare dettata più da calcoli (o illusioni) elettorali, o peggio dal timore di un rafforzamento personale di Borghini che da atteggiamenti utili alla città. Portare a termine alcuni essenziali provvedimenti impostati in questi mesi, spesso con convergenze politiche più ampie di quelle rappresentate nella Giunta è ancora importante per evitare un ulteriore deterioramento della situazione economico sociale. Chiunque voglia evitare tale deterioramento deve assumersi il compito di governare (ma sul serio) per i 4-5 mesi che ci separano dalle elezioni: a livello locale le elezioni a breve sono più che mai sicure. 5. Le altre due condizioni essenziali perché l'appuntamento elettorale sia significativo, riguardano il cambiamento delle regole elettorali e degli schieramenti politici. 12 La riduzione dei tempi disponibili - ed il cattivo utilizzo dei mesi trascorsi - impongono ai riformisti un salto di impegno. Un anno fa molti di noi auspicavano che tutte le energie positive di elaborazioni progettuali e di aggregazione delle posizioni riformiste venissero mobilitate per costruire una strategia comune, almeno su pochi punti essenziali. In questi mesi le distanze fra tali forze non sono diminuite, anche se per alcune di esse, come il Psi, è in gioco la stessa sopravvivenza; ma gli altri partiti stanno poco meglio. Le prospettive di nuove riaggregazioni nella sinistra devono essere costruite in tempi rapidissimi ed abbandonando le logiche di «fazione» tuttora prevalenti. Altrimenti più che la unità della sinistra o l'alternativa, sarà all'ordine del giorno la sconfitta complessiva di tutti questi schieramenti; e per le «correnti» sopravvisute la stessa «spartizione» dei posti, cui si aggrappano ancora, per abitudine, sarà nullificata. Milano, ancora una volta, può essere un terreno fecondo per questa operazione perché qui più che altrove ha colpito la crisi morale e quella politica, falcidiando interi gruppi dirigenti, specie del Psi e della Dc. Questa falcidia potrebbe favorire un profondo ricambio di uomini, di logiche e quindi di politiche. Non c'è tempo per grandi architettature strategiche, né per sofismi. È solo possibile ricercare convergenze di iniziative sulle questioni più urgenti che incombo-
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