itl.lL BIANCO lXltROS.SO Mii•Miliil ziale il modo di essere dello Stato Sociale. Il terzo è quello di ridefinire in radice l'intervento pubblico in economia. Se ci si incammina in questa direzione ci si imbatte in resistenze non tutte e neppure principalmente di stampo conservatore. Se però la sinistra, anziché contrastarle arretra e, per puro opportunismo, decide di cavalcare questo tipo di reazioni pensando di trarne chissà quale vantaggio l'occupazione nel nostro Paese è destinata a diminuire ulteriormente e la nostra base produttiva a restringersi ancora di più. La prima condizione perché si attui in Italia una seria politica per l'occupazione è dunque che le forze che sono più diretta espressione del mondo del lavoro impostino una strategia di politica economica e di riforme volta ad allargare la base produttiva e che, quale che sia la loro collocazione parlamentare, tengano con coerenza e rigore questa posizione. Essere all'opposizione non dovrebbe autorizzare nessuno a dire delle sciocchezze o ad ingannare i lavoratori. C'è per tutti un dovere di coerenza e di responsabilità nazionale cui non si può venire meno in nessun caso. Ecco perché misure quali il blocco dei licenziamenti (per legge?) o la riduzione per decreto dei tassi di interesse in attesa di avviare una ristrutturazione generale dell'economia, non possono essere proposti da nessuno che voglia seriamente impegnarsi a difendere l'occupazione. In concreto, ciò significa che la riduzione del vincolo di bilancio deve essere assunta come obiettivo prioritario di una politica per l'occupazione. La riduzione della spesa, oltreché attraverso i tagli, va perseguita, soprattutto se a governare sono le forze della sinistra, attraverso una modifica dei meccanismi della spesa. È in questo contesto che si collocano le riforme della Previdenza, della Sanità, della Pubblica Amministrazione. Ed è sempre in questo contesto che si colloca la trasformazione delle aziende pubbliche di servizio, oggi totalmente deresponsabilizzate in imprese vere e proprie, in S.p.A. o in Enti Pubblici economici. Così come va in questa direzione la trasformazione del rapporto giuridico di lavoro dei pubblici dipendenti. In questo campo non basta tagliare (come vogliono le forze conservatrici), ma si deve riformare anche se per farlo ci si deve scontrare con delle resistenze corporative. 8 Le risorse che lo Stato libera attraverso una diversa politica della spesa e quelle che acquisisce attraverso una diversa politica fiscale (senza escludere, nell'immediato anche manovre di tipo straordinario) debbono essere indirizzate principalmente, se non esclusivamente, verso l'allargamento e la qualificenza della base produttiva. Anche qui però sono necessarie riforme. Per allargare la base produttiva e, soprattutto, per qualificarla bisogna puntare molto sulla ricerca, sulla formazione, sull'università e su un rapporto diverso tra questo mondo e quello della produzione. Bisogna muoversi, insomma, in una direzione opposta a quella della Pantera al cui inseguimento si lanciò, incautamente, il vecchio Pci in balia ormai dell'umorale movimentismo del suo gruppo dirigente. Bisogna attivare politiche industriali che spingono l'apparato industriale verso una riorganizzazione. Ed è precisamente in questo contesto che si deve collocare la privatizzazione delle Pp.Ss. la quale, intanto ha un senso, in quanto è un momento della più generale riorganizzazione dell'apparato produttivo nazionale. È altresì indispensabile un nuovo rapporto fra banca e industria e fra industria e risparmiatori attraverso l'istituzione dei fondi di investimento e soprattutto dei fondi pensione. Va infine fatto uno sforzo serio, che è di riforma ma anche organizzativo e gestionale, per potenziare le grandi reti dei servizi (Tlc - trasporti e poste) attraverso una forte qualificazione dell'intervento pubblico e uno stimolo (anche rinunciando al monopolio) per favorire la crescita di una impresa in questo campo. La politica per l'occupazione è una politica di sviluppo che deve proporsi di rimuovere - con le riforme e con una accurata gestione delle risorse pubbliche - tutti gli ostacoli all'allargamento della base produttiva, alla sua qualificazione e alla ripresa su basi più ampie della accumulazione. Ma, si dirà, questa politica è destinata a dare frutti soltanto nel medio-lungo periodo: nel breve che cosa si può fare? Nel breve si deve accompagnare l'avvio di questa manovra che del resto il governo Amato ha, quanto meno, impostato con misure di carattere straordinario che intervengono sull'impresa. Talimisure debbono essere di due tipi: il primo di carattere per così dire keynesiano e il secondo di carattere lavoristico.
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