per motivi familiari, il 7,9% per motivi di turismo, il 6,9% per motivi di studio e il 2,7% per motivi di asilo. I richiedenti asilo politico sono stati complessivamente 26.472 provenienti per la maggior parte da Albania (17.758 persone), Romania (2.089), Somalia (1.657), Bulgaria (612) e Etiopia (524). Gli studenti iscritti alle varie scuole fino alle secondarie superiori sono poco più di 15.000 e gli universitari poco più di 20.000. Gli immigrati costituiscono una popolazione giovane, di cui appena 1'8,8% supera i 60 anni, mentre il 69,1 o/o è concentrato nella fascia di età tra i 19e i 40 anni. A differenza di quanto avviene tra gli italiani, tra gli immigrati prevalgono i maschi (58%) con valori più alti in alcune Regioni specialmente per quanto riguarda alcune comunità etniche. Il 53,1 o/o degli immigrati non è sposato e tra i 38,1 o/o coniugati solo 1'8,1 o/o è venuto con i propri figli: i ricongiungimenti familiari sono, comunque, in aumento e nel 1991 sono state rilasciate 4.846 autorizzazioni specialmente a maghrebini (1550), filippini (699), cingalesi (509), egiziani (276), cinesi (229) indiani (126), ghanesi (103). All'inizio dell'anno erano iscritti al collocamento, per il 90% come operai generici, 83.903 immigrati, di cui 67.021maschi (79,9%), su una disoccupazione complessiva di 4,4 milioni di unità (1,9% degli italiani in cerca di lavoro). Nel corso del 1991 sono stati effettuati, in genere dopo pochi mesi di iscrizione al collocamento, complessivamente 125.462 avviamenti al lavoro di cittadini extracomunitari, così ripartiti: 64% al Nord, 21,9% al Centro, 8,3% al Sud, 5,8% nelle Isole. La percentuale dei posti di lavoro offerti alle donne è del 20,6% a livellonazionale, che sale al 54,4% nel Lazio e al 38,9% nella Campania. I posti di lavoro a tempo determinato sono solo meno di un quinto del totale. Dalle ispezioni effettuate nel 1991 presso 30.033 aziende, su 12.782 immigrati presenti un terzo è risultato in situazione irregolare. Ai Paesi di origine degli immigrati spettano percentuali molto basse delle 335.094 pensioni in pagamento all'estero nel 1991, che hanno raggiunto un importo di 2.788.5 miliardi, America e Australia costituiscono delle eccezioni, per il fatto che ospitano consistenti collettività di immigrati ita- .P.tL BIANCO l.XIL.ROS.SO Ciiliil■ liani, mentre ad Asia e Africa non spetta neppure l'l o/o di tali pensioni. È questo però un panorama da seguire con attenzione perché cambierà notevolmente in prospettiva. Anche la voce «rimesse» è destinata a crescere di importanza. Nel 1991gli immigrati hanno inviato «ufficilamente» nei loro Paesi 110.071milioni (130.000 lire procapite), somma ancora ben lontana da 3.509 miliardi di lire che arrivano in Italia da parte dei nostri emigrati. Apposite tabelle consentono di verificare la ripartizione e l'utilizzo per regioni dei miliardi stanziati dalla «legge Martelli» per realizzare centri di prima accoglienza e di servizi, come anche la ripartizione di fondi per l'assistenza sanitaria degli immigrati disoccupati. La ripartizione regionale degli immigrati per i più rilevanti addebiti giudiziari (109.599 espulsioni e fogli di via obbligatori, 28.343 denunce e indagini, 12.768arresti, 5.413 detenzioni, 22.803 intimazioni di espulsione, 4.077 segnalazioni per espulsione) conosce questa prevalenza geografica: Nord 56,4%, Centro 28,3%, Sud 10,3% e Isole 5%. La prevalenza per etnie è invece la seguente: Marocco 18,7%, Iugoslavia 16,6%, Tunisia 15,9% Albania 5,2%, Algeria 5%, Nigeria 3,5% e Senegal 2,6%. Sulla base di questi dati non appare fondato ritenere lo straniero più delinquente del cittadino italiano. Infine, grazie all'accurata analisi statistica condotta insieme alla Fondazione Migrantes, è stata così ipotizzata l'appartenenza religiosa degli immigrati: cristiani 56,2% (di cui 33,4% cattolici), mussulmani 32,2%, altre appartenenze 10,2% (di cui 3,1% buddisti/scintoisti, 1,7% induisti, 1,5% animisti, 0,9% ebrei, 0,7% confuciani/taoisli, 2,3%altre appartenenze). Non è vero, quindi, che ci sovrasti il pericolo di una «invasione» musulmana, anche se i nuovi arrivi provengono in prevalenza da Pesi dove è prevalente quella fede. Come era l'immigrazione in Italia 20 anni fa e cioè al 31 dicembre 1971?Era di consistenza numerica, ridotta (156.179 unità) e così ripartita: 62,6% dall'Europa, 3,3% dall'Africa, 7,8% dall'Asia, 24,5% dall'America, 1,8% dall'Oceania. Con il tempo è andata ridimensionandosi percentualmente la provenienze dai Paesi a sviluppo avanzato e l'immigrazione è diventata un 75 fenomeno in prevalenza terzomondiale. Dati sull'immigrazione a Roma e nel Lazio. Il Lazio, con una popolazione di 5.170.672 persone, ha registrato al 31.12.1991esattamente 201.961permessi di soggiorno rilasciati a cittadini stranieri, con una incidenza percentuale sulla popolazione residente del 3,9% in Regione e del 4,8% in Provincia di Roma (rispetto alla media nazionale dell'l,5%). La percentuale degli immigrali maschi (media nazionale 58%) scende al 54,2% nel Lazio e al 53,2% a Roma. I maschi prevalgono nelle comunità di religione musulmana, sia africane che asiatiche, e le donne nelle comunità di religione cattolica, sia europee, che latino-americane, asiatiche (Filippine) e africane (Capoverde). Rispetto alla media nazionale è più alta di circa 10 punti percentuali la presenza dei celibi (62,2% nel Lazio e 64% a Roma), mentre è ridotta a metà la presenza di minori (appena l'l,2% della comunità immigrata), anche perché sono più numerosi gli ultrasessantacinquenni. Nell'anno scolastico 1990-1991vi sono stati in Provincia di Roma 1.172alunni nelle elementari e 524 nelle medie con la prevalenza di queste etnie: Cina 209 unità, Polonia 133, Etiopia 123, Iugoslavia 99, Somalia 91, Capoverde 85, Egitto 48, Marocco 44, Filippine 36, Brasile 35. !.'.arealaziale, dove risiede il 9% della popolazione nazionale, ospita il 23,1% di tutti gli immigrati e vive così una naturale vocazione di accoglienza e di smistamento. Comunque è in atto un raffreddamento delle presenze (aumento dello 0.6% rispetto al 10% nazionale). !.'.areasi caratterizza anche per ospitare un grande numero di richiedenti asilo, di studenti, di persone che si stabiliscono in Italia per motivi religiosi. La provenienza continentale degli immigrati rivela queste caratteristiche. Rispetto alla situazione italiana è pressoché identica la percentuale dell'Oceania (0,6%) e dell'America (16%), mentre diminuiscono gli europei (del 3% nel Lazio e del 4% a Roma) e specialmente gli africani che scendono dal 30% al 23% per la ridotta presenza di nordafricani. Gli asiatici arriva-
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