~-lJ.BIANCO U..ILROSSO •h•ii\iM•• come Celentano che ci impartisce la lezione. Il cronista è in fondo un vaso di coccio, come ci ricorda Scalfaro. La sua «questione morale» non si può risolvere piantandogli muretti attorno alla coscienza, casomai preparandolo diversamente ad una professionalità che non può aver fiducia solo nella «gavetta» compresa la capacità di contrattare coi suoi capi più abbrutiti da discutibili priorità nella scelta del «taglio» dei servizi o articoli da realizzare. Finché parliamo di tutela del diritto soggettivo le regole attuali, sia pure frammentarie, possono essere facilmente migliorate senza stravolgimenti. Ricordiamoci però che, accanto ai drammi dei singoli, esistono le questioni generali: l'effetto-valanga sul piano culturale prodotto da un'informazione tutta di moda e di consumo; le distorsioni introdotte da una massa di «fonti»disponibili e documenti utilizzabili, senza avere più né tempo né possibilità di curare le verifiche; il progressivo distacco del mondo dell'informazione dai temi non strettamente legati all'interesse economico o politico. Certo un pluralismo reale non si potrà ottenere per legge. Eppure resta evidente il vuoto enorme che separa la realtà dalla sua rappresentazione attuale, specie in televisione. 71 Il «no»alle proposte Gargani sarebbe bene non si trasformasse in un'ennesima e interessata assoluzione di un'intera categoria. Bene lo ha avvertito la stessa Fnsi annunciando l'intenzione di arrivare finalmente ad una propria Carta dei doveri «fondata sul sostanziale rispetto della dignità del cittadino». Le linee sono peraltro già individuate, grazie al lavoro dell'Ordine dei giornalisti confluito nel maggio 1992 nella cosidetta Carta di Parma. Riassume gli sforzi fatti in varie sedi per assicurare la trasparenza, il diritto di rettifica, i diritti dei minori, l'uso riservato delle informazioni a carattere economico-finanziario, la distinzione da inquinamenti pubblicitari, un clima politico di non confusione, nonché la distinzione tra gli incarichi extralavoro assunti da un giornalista stipendiato. Perché i giornali ne hanno parlato così poco? Viene da concludere che un mondo dell'informazione più vicino alla gente non sarà solo quello che di volta in volta reclama «mano libera» e contemporaneamente «spolpa»tutto ciò che fa vendere di più, ma quello che potrà vantarsi, oltre che del coraggio con cui ha inseguito la verità su Ustica o Malpensa 2000, anche di aver dimostrato di possedere correttezza e stile.
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