venzionati, è ragionevole ipotizzare che spariscano contestualmente nella struttura pubblica gli obiettori che rispetto al passato possono prestare la loro opera nelle strutture parzialmente o totalmente privale. Altro nuovo problema che va affrontato è quello della diagnostica prenatale e natale, e delle terapie contraccettive: a quale letto di reddito verrà adeguala la esenzione del pagamento? Si capisce che se già non c'è staio adeguamento tra le norme istitutive, di carattere nazionale, lex 405 e 194e i servizi reali che andavano concretizzali con iniziative normative di carattere locale, con le ulteriori e recenti riforme in campo sanitario i nostri amministratori politici devono individuare strumenti per una riorganizzazione, un adeguamento ed un coordinamento delle strutture preposte alla salute della madre e del bambino. Leggo invece che la 194viene messa in discussione per rivederne i criteri ispiratori, per irrigidirne i percorsi, per complicare le cose in maniera tale da rendere pra · ticamente impossibile l'esercizio dell'aborto. Spira già aria di crociata, la Chiesa rimarca interventi sempre più frequenti sul tema della vita e il fronte laico minaccia di rispondere con le barricate a questi interventi. Ritengo che la Chiesa, nell'ambito del suo Magistero, possa indicare condotte anche severissime ai suoi seguaci. La Chiesa è libera di proporre alle donne cattoliche come modelli ideali Madre Teresa di Calcutta, Maria Goretti, Carla Levati per ultima; ed è anche libera di mandare questo messaggio attraverso i mass media, con dibattiti e inchieste, non solo attraverso la predicazione tradizionale. Quanto poi un magistero così «eroico» e sacrificale riesca a legare le coscienze dei credenti è un altro problema, che personalmente mi scuote profondamente poiché sono cattolica. Ma sbagliano quelle forze sedicenti laiche che attaccano la Chiesa nei contenuti del suo magistero, e ne propongono un'altra a contenuti più raggiungibili, che metterebbero la Donna prima della Coscienza; per quale conclusione? Che la legge debba sposare uno dei due magisteri? La mia convinzione è quella che l'aborto è comunque una interruzione di vita, ma essendo questa, la vita appunto, un unicum .PJtBIANCO lXltROSSO iit•#liltJ inscindibile di psiche, corpo, spirito, la decisione di accettarne la sua globalità e interezza deve essere riconosciuta alla donna. È solo lei che può decidere di accogliere e far esistere la gravidanza: se delitto grande può essere commesso, o costringere a commettere (come avviene oggi in Bosnia) è quello di mettere al mondo dei disgraziati non voluti, non accettali, imposti. La regolamentaziope giuridica può creare un contesto che incentiva le donne ad adottare condotte di prevenzione, può-deve creare condizioni che rendano possibile l'esercizio di una sessualità consapevole e di una maternità responsabile, può-deve indicare le modalità e i limitiattraverso i quali passa il diritto della donna a decidere. La legge va difesa e migliorala per ciò che essa è, una risposta ai problemi sociali così come storicamente si pongono in una società e così come la società in cui nascono è in grado, democraticamente, di affrontarli. .-.~,f~.<'. I /,. ~ ·> //;1 :~:•::;:r/tJ:• .. '.,. ··t,{~: .,. . ' ! -i-: .,.'." 44 Se le leggi vengono usate come strumento di battaglia religiosa cade il principio fondante dello stato moderno laico riassumibile nel cavouriano «Libera Chiesa in libero Stato». Negli attacchi alla 194sono presenti, anche se non ancora evidenti, alcuni interessi di bottega, che vanno dalla ricerca di protagonismo di alcuni leaders politici, alla ricerca di scorciatoie per riformatori furbi. Senza che si analizzi perché la prevenzione non è attuata, perchè i consultori non funzionano, si propongono irrigidimenti della prassi, interferenze di autorizzazioni e di ostacoli burocratici. Se passasse la proposta di appesantimento fatta dall'Onorevole Casini i medici «obiettori» potranno rimanere nelle strutture pubbliche perché ci sarebbe ormai poco o niente su cui «obiettare»! Quindi la revisione della 194 è solo funzionale agli interessi di una parte della classe medica. Altra ragione per la quale aggi l'aborto viene richiamalo in causa è il riaccendersi del dibattito sulla vita, nei termini di «confini della vita» e libertà di autodeterminarla. Sono le problematiche suscitate dal ricorso alle tecniche riproduttive, che nel nostro Paese non hanno ancora nessuna regolamentazione. Mentre in Europa già nove Paesi hanno dato una legislazione alla procreazione assistita ed alla manipolazione degli embrioni (Svezia, Norvegia, Francia, Spagna, Inghilterra, Germania, Austria, Danimarca) in Italia nessuna legge pone freni e limiti alla sperimentazione e alla speculazione medica, alla ricerca cinica di chi manipola insieme agli embrioni la buona fede e/o l'ignoranza di coppie sterili o di donne anziane. È ormai assolutamente necessario mettere regole e indicare limiti sul ricorso alle biotecnologie, ma è altrettanto necessario distinguere e tenere ben separati due problemi che sono tra loro proprio opposti, quello della gravidanza non desiderata e quello della gravidanza voluta a qualsiasi costo. Due leggi diverse devono rispondere a due problemi diversi. La regolazione della procreazione assistita scatenerà nuove guerre, e questa volta sarà in primo piano la auto-determinazione maschile, oltre che quella femminile. La tecnica infatti consente anche all'uomo di decidere il come e il quando della paternità.
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