_{)_lJ, BIANCO lXILROSSO lh•#iilil Quandola 194saràtutta e meglioapplicata? L a 194 è una legge cl.o.e.,frutto di una stagione politica e culturale che ha dato una forte impronta democratica e progressista alla legislazione italiana. Questo va dello non per proporre o riproporre schemi ideologici e schieramenti ormai cancellali dalla storia, ma per ricordare che la capacità e la voglia che oggi hanno i cittadini italiani di tutelare i loro diritti, è soprattutto il portalo di quarantacinque anni di vita democratica e di una lunga, e in questo senso felice, stagione nella quale le istituzioni, i partili e i sindacali erano in grado di interpretare e rappresentare i bisogni e le istanze dei cittadini. Esistedunque una diffusa consapevolezza del fatto che per molle questioni importanti non occorre fare o rivedere o ripensare le leggi vigenti, occorre attuarle, renderle concreta e positiva quotidianità. La 194 non è Ira le leggi meno applicale del nostro paese e questo non tanto per la capacità delle istituzioni di esplicare al meglio le loro funzioni, quanto per la vigile attenzione dei movimenti delle donne e dei Tribunali per i diritti del malato. Ma ancora, soprattutto per alcune sue parli e per alcune parli del Paese, essa rimane inattuata. Oggi come ieri non esistono scorciatoie per sconfiggere l'aborto e se esso «... non è mezzo per il controllo delle nascile ... » è pur sempre un mezzo per impedire una nascila e riparare a un errore e a un fallimento che non è solo della donna o della coppia, ma è di tutta la società. Credo sia questo un momento giusto per tornare a parlare della maternità e paternità responsabili e consapevoli, perché queste sono questioni che poco o nulla hanno a che vedere con il parametro della quantità e molto invece con quello della qualità. di Loredana Rosa Un richiamo forte in tal senso mi pare vada fallo al Governo e al Parlamento, affinché operino scelte che producano risparmio attraverso la eliminazione degli sprechi e l'aumento della qualità, piuttosto che imponendo balzelli e tagliando in modo indiscriminato ed arbitrario prestazioni e servizi essenziali. Maggiore e migliore attuazione della 194significa attuare la prevenzione, diffondendo l'uso della contraccezione e fornendo alle donne che arrivano all'interruzione volontaria della gravidanza lutto l'aiuto necessario nel momento in cui sono costrette a farvi ricorso e lutto l'aiuto necessario a non ricorrervi più. Credo che l'articolo 14 sia il più inattuato della legge, in esso è dello che il medico che esegue l'interruzione volontaria della gravidanza è tenuto a «..• fornire alla donna le informazioni e le indicazioni sulla regolazione delle nascile nonché a renderla partecipe dei procedimenti abortivi, che devono comunque essere attuali in modo da rispettare la dignità personale della donna ... », ma quanti lo fanno? I medici non obiettori sono pochi e hanno poco tempo, e poi perché dovrebbero essere diversi dalla maggior parie dei loro colleghi? Il diritto all'informazione è uno dei diritti negali, soprattutto nelle strutture sanitarie; per eliminare la violazione e ripristinare il diritto occorre riqualificare il personale medico, fornendo nuove chiavi d'interpretazione della sua identità professionale, e promuovere una diversa organizzazione del lavoro. Perché i medici obiettori non vengono utilizzali per l'informazione e la prevenzione della recidiva? Non credo abbia ancora ragion d'essere la diatriba se gli obiettori debbano o non debbano pregiudizialmente avvicinare le donne che abortiscono, credo che oggi più che mai occorra utilizzare tulle le risorse disponibili, fermo restando che l'operalo di lutti va sollo42 posto a controllo e l'eventuale intervento ideologico, più o meno consapevole, va stigmatizzalo e impedito. Lesclusione di un medico dal contatto con le donne che interrompono la gravidanza verrebbe così ad assumere una connotazione fortemente negativa dal punto di vista, professionale e non, come di fallo avviene oggi, il contrario. La relazione annuale del Ministro della sanità al Parlamento elenca numeri e fornisce dati, cerio importantissimi per l'analisi del fenomeno, ma da essa non emergono la sofferenza e la solitudine che ancora si accompagnano all'aborto, e la programmazione dichiara cifre ma non dà nessuna certezza che esse diventeranno prestazioni concrete. È dunque questo il livello sul quale occorre intervenire: l'umanizzazione delle strutture sanitarie; occorre cioè rendere certa e realmente possibile la fruizione delle prestazioni. Vi è contraddizione e disumanità nell'informare una minorenne sulla possibilità che ha di vivere una sessualità libera e serena, condizionandola poi di fallo all'impossibilità di accedere al consultorio perché inesistente, o all'esborso di decine di migliaia di lire di ticket per le analisi necessarie alla scelta del conlraccellivo giusto. Così com'è contraddittorio e disumano dire alle donne che possono evitare di morire di tumore e selezionare questa possibilità di vita in base alla possibilità o meno di pagarsi lo striscio o la mammografia. Dal punto di vista teorico tutti sostengono che la prevenzione è un investimento che consente un ritorno economico tangibile, ma di fatto si continua a prediligere l'intervento sulla malattia. Cui prodest?, non certo ai cittadini. Questo, dicevo, è un momento giusto per parlare di maternità, anche perché, tra tangenti e disoccupazione, la maternità torna a far parlare di sé: madri di sessant'anni,
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