.{)!L BIANCO lXILROS.SO Mii•Mlld ternazionale non tutte le decisioni stanno nelle nostre mani. Dipendiamo anche da quello che fanno gli altri. La seconda condizione è costituita dalla necessità di avere politìche attive del lavoro (a partire dalla formazione) più efficaci. La terza e decisiva condizione è che sia ripartito il lavoro disponibile attraverso i «contratti di solidarietà». Senza una generalizzazione di questa misura a tutte le aziende con problemi di esuberi (come pudicamente vengono chiamati i licenziamenti) le risposte risulteranno drammaticamente inadeguate. Dire questo non significa, naturalmente, incoraggiare a fare poco e male, ciò che dovrebbe essere invece fatto di più e meglio anche sugli altri terreni. Voglio dire semplicemente che senza una politica di solidarietà il problema del lavoro è irrisolvibile. La solidarietà è quindi il passaggio obbligato per riscoprire una sorte condivisa, di salvezza dei valori umani, di ritrovato senso della democrazia. È, dunque la strada per trovare di nuovo un saldo riferimento all'unità della comunità nazionale, di fronte ai pericoli di disgregazione e di divisione. È sulla solidarietà che si può rifondare una speranza civile. Come cristiani conosciamo i limiti dei progetti umani. I limiti della politica. Quando la comunità cristiana proclama la speranza sa benissimo che la speranza riguarda soprattutto qualcosa che non si possiede, che non si vede. La speranza riguarda, infatti, il futuro. Riguarda un termine desiderato ed atteso. La speranza cristiana riguarda perciò, in primo luogo il Regno di Dio. 20 Ma proprio per questo, credo, i cristiani debbono essere più esigenti, più impavidi verso la storia. Mi conferma in questa convinzione ciò che Frate! Carlo Carretto (che è stato un importante punto di riferimento per la mia generazione) ha scritto in «Al di là delle cose». «È inutile - scriveva - cercare scappatoie comode: non ce ne sono poiché Gesù stesso ha saldato in un unico comandamento i due pezzi di ferro troppe volte separati dalla pigrizia degli uomini. «Amerai il Signore con tutto il cuore ed il prossimo come te stesso». E siccome era facile a noi rompere la saldatura con l'abilità della nostra dialettica religiosa ce ne fissò un'altra con la forza del suo sangue donato. «Questo è il mio comandamento, che vi amiate come io vi ho amato». Separare l'amore di Dio dall'amore dei fratelli significa tradire il Vangelo». Ed aggiungeva: «Mettersi apregare mentre il villaggio brucia e tutti gridano al soccorso significa crearsi un inutile alibi alla propria pigrizia ed alla propria paura». La lezione di Carretto credo ci esorti a non aver paura di essere più solidali. Ci esorta ad impegnarci senza pretendere e senza aspettare che altri si impegni con noi o per conto suo, come noi, od in altro modo. Ci dobbiamo impegnare senza giudicare chi si impegna, senza accusare chi non si impegna. Convinti che la società potrà essere più giusta, potrà migliorare se, intanto, noi sapremo essere migliori. I problemi che abbiamo di fronte sono difficili. Ci sono ragioni di preoccupazione, ma non di pessimismo. Il corso delle cose può cambiare. Questo dipende da tanti fattori, ma non meno, da ciò che farà ciascuno di noi.
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