Il Bianco & il Rosso - anno III - n. 35 - dicembre 1992

i.>JJ, BIAN(;() l.X11,nosso MiiiKiliil Politicaper il Mezzogiorno: unapropostdaellaSvimez di Salvatore Cafiero o scorso 2 dicembre è stata illustrata a Roma, nelL la Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani, alla presenza dei Presidenti del Senato e della Camera dei Deputati, la proposta della Svimez su un nuovo sistema di intervento per lo sviluppo del Mezzogiorno. Per una fortuita, ma significativa, coincidenza nello stesso giorno l'aula di Palazzo Madama ha approvato la legge di conversione del decreto del Governo che, mentre reintegra i fondi originariamente assegnati alla legge 64 e successivamente dirottati su altre leggi, sancisce la fine dell'attuale intervento straordinario nel Mezzogiorno a decorrere dal 1 ° maggio 1993. La Svimez condivide la necessità di porre fine al vecchio sistema. Ma avverte anche la necessità che si pervenga al più presto alla definizione di un nuovo sistema di intervento pubblico, che sia rigorosamente mirato alla promozione di attività in grado di acquisire competitività sui grandi mercati. A questo fine la sua proposta è stata formulata e offerta al dibattito. L'iniziativa della Svimez trae origine da un duplice ordine di considerazioni: da un lato, la consapevolezza che, l'intervento nel Mezzogiorno dell'ultimo quindicennio - che di straordinario aveva ormai conservato soltanto il nome - ha finito col mancare i suoi obiettivi; dall'altro, il radicato convincimento che il Mezzogiorno non può essere abbandonato a se stesso e un intervento specifico è tuttora indispensabile. Come ha ricordato il Presidente della Svimeznel suo intervento introduttivo, l'attuazione dei valori di solidarietà e unità nazionale - solennemente affermati dalla nostra Carta Costituzionale - deve essere affidata anche all'impegno di risorse comuni a sostegno dello sviluppo delle regioni in ritardo o in crisi. Del resto il trasferimento di risorse dalle regioni forti alle regioni deboli è la naturale conseguenza dell'attuazione dei principi, pro9 pri dello Stato moderno e iscritti nella Costituzione repubblicana, della progressività delle imposte e del diritto dei cittadini a servizi pubblici di uguale valore, quale che sia la regione in cui risiedono. A fondamento della proposta della Svimez vi è la convinzione che non si possono affrontare con strumenti e ordinamenti uniformi situazioni molto diverse, quali sono quelle delle regioni da tempo intensamente industrializzate del Nord, che si trovano a dover affrontare oggi difficoltà gravi, ma di natura transitoria, e quelle delle regioni del Sud, dove l'elevata percentuale di inattivi e di disoccupati ha carattere strutturale e, in assenza di un'adeguata base industriale, l'occupazione terziaria ha, per una parte notevole, carattere pletorico e parassi ario. Da qui la necessità di un intervento speciale. L'azionepubblica per lo sviluppo del Mezzogiorno dovrà però essere radicalmente diversa, e cioè più efficiente e soprattutto meno onerosa, di quella seguita finora. Il primo obiettivo della proposta Svimez è quello di assicurare la compatibilità dell'intervento nel Mezzogiorno con l'esigenza, che è pregiudiziale, del risanamento della finanza pubblica. È stato pertanto delineato un intervento speciale il cui campo d'azione - sia nel settore delle dotazioni infrastrutturali, sia in quello della promozione delle attività produttive - è rigorosamente delimitato. Per quanto riguarda le infrastrutture, l'intervento dovrebbe essere riservato esclusivamente a quei sistemi complessi di opere, come i sistemi idrici e il risanamento delle aree metropolitane, la cui realizzazione e gestione non possono essere affidate a singole amministrazioni statali o a singole regioni, in quanto richiedono una programmazione unitaria e, sul piano dell'attuazione, il coordinamento di una molteplicità di soggetti. Il finanziamento pubblico dovrebbe peraltro limitarsi, ove

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==