leanze e sul rispetto degli alleati. Che la crisi dovesse colpire il sistema politico tutto quasi contemporaneamente, senza possibilità di ricambio, era stato già scritto in quegli anni. Ricordo che quando agli inizi della Xlegislatura un noto giornalista del Corriere della Sera sosteneva, e in parte vedeva giusto, la irreversibilità della crisi del Pci, gli dicevo che quella sua soddisfazione sarebbe stata passeggera perché nel momento in cui uno dei pilastri della politica italiana si fosse sbriciolato sarebbe caduta l'intera impalcatura. Erano gli anni floridi del «made in Italy», gli anni della facile esaltazione determinata dall'avere raggiunto l'ambizioso e presuntuoso traguardo statistico di quinta ~JJ,BIANCO lXILROSSO INX•@iltl potenza industriale mondiale, una potenza fragile che il crollo dell'Urss ha ulteriormente disarticolato a tal punto di consentire l'agibilità politica a nuovi e vecchi teorizzatori politici del localismo e della frantumazione dell'unità nazionale. Analisi pessimistica e catastrofica la mia? Non credo. Un siffatto scenario può invece stimolare forze che progressivamente a partire dagli anni settanta si sono ritirate e rintanate nel proprio privato. A mio giudizio non è più il tempo di celarsi dietro nominalismi ideologici e consunte etichette, è invece il momento di far convergere le sparse forze della sinistra democratica, che esiste, su un progetto che si dia come obiettivo, a breve termine, di governare anche la transizione, scegliendo gli alleati, individuando gli strumenti elettorali che possano realmente dare l'avvio alle riforme istituzionali. Così si potranno cambiare le regole del gioco democratico. Non si invoca un ricambio di facce perché quelle vecchie hanno fatto il loro tempo. Si invoca bensì un corretto uso del potere basato sulla possibilità di rispondere al corpo elettorale di ciò che si fa, tenendo conto che la responsabilità esiste quando si è in grado di decidere. Alla fine della tempesta non importa se le vele sono ridotte a brandelli e persino qualche albero è caduto: l'importante è che lo scafo possa ancora navigare, ci sia una rotta e soprattutto l'equipaggio. Cambiarle Istituzioni e «identificarlea»Sinistra D a molto tempo e con accenti diversi si è invocato un processo di ricostruzione della Sinistra e di superamento delle sue divisioni. Il Pds ha posto tale esigenza al centro del suo progetto e del difficile travaglio della sua nascita. In polemica con la formula craxiana dell'unità socialista, abbiamo detto che la ricomposizione delle forze della sinistra non poteva limitarsialla sommadei tre partiti di ispirazione socialista ma doveva estendersi ad altre forze politiche e ad altri soggetti della società civile. Oggi questo discorso non basta più. Il ritardo accumulato ci pone in una situazione più difficilee di fronte a problemi più radicali. Nuoveaggregazioni politiche si vanno formando - dai popolari di Segni all'Allenza democratica - e andi Claudia Mancina che perciò all'ordine del giorno, più che il problema dell'unità, c'è un problema di identificazione della sinistra. Che cos'è, che cosa può essere la sinistra oggi? C'è ormai una questione dirimente di contenuti, di culture politiche, di scelta del terreno sul quale porsi. Tale questione - che è comune all'area europea - si declina in Italia in modo particolare cosi: laricostruzione della sinistra democratica deve collocarsi con decisione e consapevolezza sul terreno del mutamento istituzionale e della riforma dei partiti. Con coraggio e senza riflessi di autoconservazione, che oggi possono essere solo controproducenti. Non dobbiamo temere la possibile evoluzione dei partiti. È bene che i partiti continuino a esistere, in forma rinnovata e con funzioni mutate. Ma è ora di mettere al centro del progetto della sinistra l'idea di uno 30 Stato fondato su forme articolate, molteplici e plurali di esercizio dei diritti di cittadinanza. I partiti sono solo una di queste forme: essenziale e importantissima, ma una. Qual è dunque, sul terreno del mutamento istituzionale, la collocazione di una sinistra democratica possibile? Non c'è dubbio che il fronte del rinnovamento deve essere concepito come una allenza tra diverse ispirazioni politiche. Tra queste la sinistra, con una sua propria identità politica e culturale, ha un ruolo essenziale. Ciò comporta però la necessità di rimotivare la funzione, la natura e le ragioni della sinistra. E di farlo in relazione alla crisi che stiamo attraversando. Siamo già in una rapida e tumultuosa transizione alla seconda repubblica. Il problema politico oggi è
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