.{)-l.L BIANCO lXILROS.SO Mi•Mil•d Ruini ha molto insistito, prima del 5 aprile, sulla unità politica dei cattolici, e cioè in fin dei conti sul voto alla Dc, ma che ha incontrato anche tra i vescovi, e non solo tra i fedeli elettori, parecchi dissensi, anche pubblici. La verità è che tra i vescovi ci sono diversità di sensibilità teologica e pastorale, sociale e politica, con varie posizioni sui grandi temi, per esempio sulla valutazione del Concilio Vaticano II, che è stato il grande incontro dei vescovi cattolici promosso prima da papa Giovanni XXIIIe poi da papa Paolo VI tra il 1962 e il 1965, e che ha cambiato tanto, per qualcuno quasi tutto, nell'atteggiamento della Chiesa cattolica verso il mondo, verso la politica, verso la pace, verso i protestanti, verso gli ebrei, e così via ... E allora azzardiamo una descrizione sommaria, e quindi talora solo indicativa e imprecisa, delle diverse tendenze presenti oggi tra i vescovi italiani. Per farlo utilizziamouno schema artificiale, preso con qualche ingiustizia dalla politica, e perciò parliamo di Centro, di Destra e di Sinistra, con varie sfumature al loro interno. a) Al Centro, e forse è meglio chiamarlo Centrodestra, c'è un nutritissimo gruppo di vescovi, attorno al presidente Ruini. Sono i vescovi congeniali in tutto al programma del Papa, e alla attuale guida della Cei, e cioè coloro che vogliono una Chiesa più presente e più forte, una vera «forza sociale» efficace anche sul piano delle leggi e del costume pubblico. Perciò questo gruppo guarda alla Dc come unica garanzia dei valori cattolici. Esso ha l'appoggio, potente, del Papa e del Sostituto della Segreteria di Stato, Giovanni Battista Re, bresciano di 58 anni, l'uomo forte della Curia vaticana. A questo gruppo appartengono il cardinale di Napoli, Michele Giordano, un lucano di 62 anni, quello di Torino, Giovanni Saldarmi, milanese di Cantù, 68 anni, e quello di Genova, Giovanni Canestri, di Alessandria, 74 anni. Tra i vescovi si segnalano gli stretti collaboratori di Ruini, e perciò il segretario della Cei, Tettamanzi, e poi Salvatore De Giorgi, leccese di Vernale, 62 anni, incaricato di seguire l'Azione Cattolica italiana, mezzo milione di iscritti, punto chiave della strategia ruiniana. Ci sono poi Cesare Nosiglia, genovese, 48 anni, ed EnzoDieci, di Sassuolo (Modena), 58 anni, ambedue ausiliari di Roma. Può aggiungersi Giuseppe Matarrese, barese, 57 anni, vescovodi Frascati, e fratellodel presidente della Federcalcio. Con questi anche Sergio Goretti, 17 umbro di Città di Castello, 63 anni, vescovodi Assisi, e Attilio Nicora, lombardo di Varese, 55 anni, vescovo di Verona, e forse futuro successore, a Venezia, del cardinale Marco Cé, per altro ancora lontano dall'età della pensione, che per i vescoviarriva a 75 anni ... Enaturalmente ci sono molti e molti altri, nel gruppo nettamente di maggioranza. b) Sulla Destra del Centro può collocarsi il cardinale di Bologna, Giacomo Biffi, milanese, 64 anni. È la versione dura e poco diplomatica del disegno del Centro, e non ha paura di strapazzare i bolognesi e gli emiliani e i loro costumi. È il leader dell'ala della Chiesa italiana vicina a Comunione e Liberazione. Con lui ci sono anche un gruppetto di vescovi di media età, tra i 50 e i 65: Angelo Scola, milanese di Melgrate, 51 anni, vescovo a Grosseto, già teologo principale dei ciellini; Alessandro Maggiolini, milanese di 61 anni, arcivescovo di Como; Girolamo Grillo, calabrese di Tropea, 62 anni, vescovo a Civitavecchia, e altri. Oggi i vescovi filociellini sono in qualche difficoltà: in alto non piace la versione «sbardelliana» del loro braccio politico, il Movimento Popolare. c) C'è anche, sebbene conti poco, la Destra vera, che una volta aveva come leader il cardinale di Genova, Giuseppe Siri, oggi defunto. È la corrente dei tradizionalisti, che si opposero invano alla novità di Giovanni XXIII e del Concililo, e che avrebbero visto con piacere che lo scisma di monsignor Lefébvre, consumatosi nel 1988, non fosse avvenuto, per poter continuare la battaglia per il ritorno ai tempi passati, del «muro contro muro», di una Chiesa schierata anche con i dittatori, purché fosse mantenuto l'ordine. Oggi questo gruppo, pur riscuotendo simpatie in Curia, non ha praticamente aderenti, tra i vescovi italiani. In Vaticano ci sono, tuttavia, un paio di cardinali ormai in pensione, come l'estroverso Silvio Oddi, piacentino, 82 anni, o il silenzioso Pietro Palazzini, marchigiano, 80 anni, che non hanno mai nascosto le loro simpatie per i tempi di Pio XII, o addirittura per quelli del Papa re, come per esempio Pio IX (1836-1878). d) E arriviamo al Centro-sinistra, che si qualifica per l'atteggiamento positivo nei confronti del Concilio Vaticano II e della sua eredità, e per la
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==