.,P.tL BIANCO \XILROS&> Ml•Mlih ComelapensavostraEccellenza? Del pluralismoculturale teolcgioodei vescovi italiani di Giovanni Gennari bbiamo parlato, di recente, su queste pagine (n. 33), della situazione per cui nel silenzio A della politica italiana, in cui i partiti paiono in crisi profonda, e sembrano non trovare più le parole giuste per conservare il consenso, si verifica il fatto, singolare, che i vescovi italiani, e la Chiesa in genere, pare trovare invece maggiore ascolto e maggiore credibilità che in passato. Poche settimane fà, Gianni Vattimoha scritto, su «LaStampa», un articolo sui vescovi «nuoviintellettuali», cui ha fatto seguito una discussione animata, sui media. Contenti o no, i fatti dicono questo: oggi la gente non sente più i politici, in genere, neppure gli intellettuali, mentre conserva ancora attenzione, anche quando non concorda, verso le posizioni di uomini di Chiesa e di pensiero cattolici, ben distinguendoli dai politici e dagli intellettuali semplicemente democristiani, che partecipano in prima fila del discredito generale, anche ingiusto, che ha colpito politica e cultura ad essa legata. E tuttavia appare difficile, per l'opinione pubblica, percepire il fatto che anche dentro la Chiesa cattolica italiana non tutto equivale a tutto, non esiste un solo pensiero, per esempio in politica, e ci sono diversi orientamenti culturali, e anche religiosi, su numerose questioni che sono alla frontiera tra religioso e civile, e anche su questioni religiose che non sono definite dalla fede unica. Esiste, cioè, un pluralismo all'interno della Chiesa cattolica, anche ai suoi massimi livelli. Il cardinale Carlo Maria Martini, per esempio, arcivescovo di Milano, fa notizia e trova ascolto ben al di là dei confini della Chiesa. Eppure su tanti problemi il suo orientamento culturale, la sua visione della realtà, il suo modo stesso di indirizzarsi all'opinione pubblica sono profondamente originali, e personali, e del tutto diversi, per esempio, dalle corrispondenti posizioni e prospettive di altri 15 cardinali, per esempio del cardinale Giacomo Biffi, arcivescovodi Bologna. Penso, per esempio, alle recenti posizioni di ambedue sui mezzi di comunicazione, sulla Tv.A leggere i rispettivi documenti, scritti da Martini e Biffi, ci si trova di fronte a posizioni anche contrastanti, e la cosa non dovrebbe scandalizzare nessuno. E invece non è così. Per pigrizia mentale, per abitudine storico politica, per ignoranza effettiva di ciò che si muove dentro quella complessa realtà storica che è la Chiesa, in Italia si tende ad appiattire tutto ciò che è cattolico, e tanto più tutto ciò che è ecclesiastico, su una posizione unica, che nella stragrande maggioranza dei casi vuol dire trascurare parte, e spesso grande parte, della opinione cattolica. Non aiuta, certo, a questa opera necessaria di discernimento, il fatto che siamo l'unico paese al mondo in cui ufficialmente la Chiesa cattolica si è identificata, per vari decenni, con una unica formazione politica. Uno degli effetti più gravi di questa identificazione, ma solo uno, è la immediata valenza politica che i media cercano in ogni pronunciamento della Chiesa, spesso snaturandone i fini e i contenuti. È un regalo, pesante per la credibilità e per la verità della presentazione di Chiesa e Vangelo, della nostra storia recente. E allora in questo articolo sarà il caso di guardare un po' dentro la realtà della Chiesa italiana, per vedere come si articolano i suoi vertici, in Vaticano e sul territorio nazionale, in particolare i vescovi italiani. Chi sono? Cosa fanno? Come la pensano? Come si organizzano? Come si dividono, se ci sono differenze e divergenze anche tra loro? I numeri dell'Istituzione: dal Papa in poi - Cominciamo dai numeri. Il primo dei vescovi italiani è polacco. Giovanni Paolo Il, Karol - - . ·. ' . '.. ' ", . .~· ., , ... _ . ;
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