Il Bianco & il Rosso - anno III - n. 34 - novembre 1992

Favorire l'affermarsi di questa idea nuova è vitale per garantire la convivenza di un'area critica. Ed è condizione imprescindibile per garantire un futuro all'autonomia trentina, altrimenti inesorabilmente destinata a degradarsi a periferia turistica della Padania. Solo una nuova classe di governo, che goda del pieno sostegno della comunità trentina, può peraltro condurre in porto, assieme alle altre comunità interessate e agli stati nazionali italiano e austriaco, questo delicato e urgente processo di revisione delle regole fondamentali della convivenza regionale. E solo un'alleanza democratica per il Trentino può candidarsi a svolgere questo ruolo, rompendo decisamente con il modo «doroteo» di far politica, all'insegna della ricchezza di spoglie da spartire e della povertà di idee da proporre, senza peraltro indulgere alla furia devastratriche di un leghismo che vorrebbe ridurre il Trentino a periferia colonizzata della Repubblica del Nord. 4. Per nascere, l'alleanza ha bisogno di un programma convincente e di uomini credibili, scelti con regole nuove rispetto ai vecchi partiti. Per dar vita all'alleanza, è necessario un programma centrato su alcune questioni {)jJ, BIANCO lXIL.ROSSO 11W1Mi\ilW11 politiche fondamentali e che ammetta invece piena libertà di coscienza su temi di grande rilevanza etica, ma non necessariamente materia di accordi programmatici e di governo. Un programma che stabilisca come priorità: la riforma dello Statuto in senso federalista e transnazionale: riforme istituzionali che decentrino il potere dalla Provincia alle comunità locali; riforme elettorali in senso maggioritario e uninominale a livello provinciale e comunale; la modernizzazione della pubblica amministrazione per renderla più imparziale, più efficiente e più trasparente; la privatizzazione del massimo possibile di aziende pubbliche; il rinnovamento del sistema dei servizi sociali, anche attraverso l'apporto delle reti di solidarietà sociale; una politica economica basata sulla centralità del lavoro, anche mediante forti investimenti nella qualificazione del capitale umano attraverso la scuola e la formazione professionale, e collocata in una prospettiva di sviluppo sobrio, compatibile con l'ambiente. Ma un programma diventa plausibile in ragione della credibilità delle persone che si impegnano a portarlo avanti. L'alleanza dovrà quindi qualificarsi per la scelta di persone indiscutibili sotto il profilo morale, qualificate sotto quello professionale, e capaci di diffondere l'ambizione collettiva di progettare il nuovo. Per favorire la nascita dell'alleanza, c'è 53 bisogno dell'apporto di persone, gruppi, movimenti, della società civile che siano disposti a convergere attorno ad un progetto politico che li veda protagonisti, investendo tempo, risorse e passione in questa impresa comune. Per favorire la nascita dell'alleanza, chiediamo ai partiti democratici di dare credibilità ai propri propositi di riforma della politica decidendo di non presentare liste proprie alle prossime elezioni regionali e liberando in tal modo le energie migliori di cui dispongono per la costituzione dell'alleanza. Per parte sua, l'alleanza dovrà dar vita ad una campagna di registrazione dei propri sostenitori, ad una convention programmatica e infine alla selezione della lista per le regionali attraverso elezioni primarie sotto il controllo di un comitato di garanti. Marco Battisti Giuliano Beltrami Alessandro Branz Vincenzo Calì Sergio Fabbrini Giampiero Girardi Giorgio Rigo Loris Taufer Giorgio Tonini Michele Zacchi Andrea Zanotti Bruno Zorzi

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