Il Bianco & il Rosso - anno III - n. 34 - novembre 1992

,Pll~ BIANCO l.XILROSSO INTERVENTI Un'alleandzaemocratica pergovernare il Trentino 1. Da qualche anno, certamente dal 1989, stiamovivendo una stagione storica di svolta e di passaggio, gravida di rischi, ma anche ricca di motivi di speranza. Il crollo del muro di Berlino ha significato la fine dell'equilibrio del terrore ed ha aperto la via alla difficile ricerca di un nuovo ordine mondiale, all'insegna della pace, della democrazia e della giustizia sociale internazionale. Se il vecchio equilibrio è morto senza lasciare rimpianti, il nuovo tarda tuttavia a prendere corpo e cresce il rischio dell'affermazione di opzioni egoistiche e dell'esplosione incontrollata di nuovi conflitti, nazionalistici, etnici e persino razziali: insomma di una nuova stagione di irrazionalità e di barbarie. Di qui l'incertezza, talora l'angoscia, che contraddistinguono questo nostro tempo. Tutto appare precario: persino l'unificazione europea, che mai è stata così possibile e insieme così difficile. Ma è ogni giorno più certo e chiaro che la costruzione di un nuovo ordine mondiale non può essere attesa come un evento spontaneo, né come il frutto di un accordo di vertice. Essa dipende in buona misura da un complesso intreccio di decisioni che i popoli e le comunità locali sono chiamati a prendere circa il loro destino: solo se tra queste decisioni risulterà maggioritaria la quota di quelle che marciano nella direzione dell'interdipendenza e della solidarietà, si aprirà una stagione positiva per la convivenza tra gli uomini. 2. L'Italia è uno tra i paesi maggiormente coinvolti dal mutamento dello scenario internazionale. La fine del bipolarismo EstOvest ha messo in crisi i tre grandi «compromessi» sui quali si è retto l'equilibrio economico sociale e politico del nostro paese. Il compromesso internazionale, innanzi tutto, che vedeva riconosciuto all'Italia un 51 ruolo strategico sul piano politico e militare, in nome del quale il nostro paese poteva contare sul sostegno anche economico e finanziario delle potenze alleate. Conseguentemente, è venuto meno anche il compromesso economico e sociale, che fondava la stabilità interna su una crescita della ricchezza alimentata in misura patologica dall'espansione della spesa pubblica, dunque su un patto. Infine, è venuto meno il compromesso politico che consentiva quel patto, ossia il sistema politico consociativo che, assegnato una volta per tutte (nel 1948)il ruolo di governo ai partiti più affidabili all'interno dell'Alleanza atlantica, stabiliva di fatto una compartecipazione negoziale al governo del paese di tutte le forze politiche rappresentate in Parlamento. Crollato questo triplice compromesso, senza il quale, peraltro, l'Italia non avrebbe conosciuto lo straordinario sviluppo economico-sociale e la grande crescita ci-

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