economica attiva mediante programmi di formazione e mediante lo stimolo a intraprendere l'attività per conto proprio nonché attraverso il sostegno governativo agli investimenti effettuati nelle regioni minacciate dalla disoccupazione strutturale5 . Infine, in materia di giustizia e sicurezza pubblica, gli orientamenti sottolineano la necessità di approvare leggi che garantiscano la sicurezza e la stabilità dell'attività economica, nonché il rispetto dei diritti di proprietà e dei dipendenti. Il programma, alla cui approvazione la Signora Suchocka ha legato i destini del suo governo, è stato approvato dal Sejm nella notte del 9-10ottobre, a seguito di una discussione della durata di quasi 13 ore, con 171voti a favore, 159contrari e 8 astensioni. Riforma della costituzione Come già detto in precedenza, uno dei problemi fondamentali che impedisce il funzionamento normale del sistema politico polacco è l'ambiguità costituzionale sui rapporti tra il presidente da un lato e il parlamento e il governo dall'altro. Anche se la costituzione prevede ampi poteri per il presidente, segnatamente in materia di politica estera, difesa e sicurezza nazionale, essa non illustra i meccanismi specifici da utilizzare per l'esercizio pratico di tali facoltà. Tale ambiguità è stata deliberatamente approvata nel 1989 quando è stata creata l'istituzione della presidenza nel quadro degli accordi della tavola rotonda. Allora, sia il Partito comunista che l'opposizione avevano evitato la chiarezza sperando eventualmente di poter utilizzare la situazione a proprio vantaggio. Tuttavia, nel momento in cui sia il presidente che il Parlamento sono eletti liberamente dal popolo, gli accordi del 1989 si rivelano del tutto inattuabili. La necessità di procedere a una riforma della costituzione è stata ampiamente riconosciuta all'inizio del 1991;tra i vari partiti politici polacchi si è registrato un ampio consenso sulla necessità che il problema venga affrontato dal nuovo Sejm, da eleggere nelle prime elezioni completamente libere del novembre 1991. Invece, nell'atmosfera di conflittualità che ha caratterizzato il governo di Jan Olszweski, il primo "lJ-BIANCO l.XILllOSSO i H iii fu) 01i i lG (i)~• Xii governo posteelettorale, un accordo su tale questione si è rivelato impossibile. Il fatto che il 1 ° agosto di quest'anno il Sejm sia risucito a raggiungere la maggioranza dei due terzi necessaria per approvare le modifiche costituzionali proposte dà l'idea dell'attuale atmosfera di concordia che caratterizza la politica polacca. Costantino Lazzari oon li!COI.A ll"0•1.0N o.,.tc f ft•r11-", I Nicola Badaloni 46 La «piccola costituzione», come viene chiamata la proposta di legge in questione, è una versione modificata di un progetto presentato dall'Unione democratica nel marzo di quest'anno. In primo luogo, il progetto di legge elenca le prerogative del presidente - segnatamente in materia di affari esteri e difesa - che finora erano soltanto implicite nella costituzione. In secondo luogo, regolamenta la procedura per la formazione e lo scioglimento di un governo, prevedendo cinque tappe nel corso delle quali la responsabilità passa più volte dal presidente al Sejm e viceversa e il primo passo è riservato senza ambiguità al presidente. Nel contempo, la nuova legge nega al presidente il diritto di presentare una proposta volta ad ottenere le dimissioni del governo, lasciando questa prerogativa al Sejm. In terzo luogo, la «piccola costituzione» consente al Sejm, in circostanze particolari, di concedere al governo il diritto di emanare decreti aventi forza di legge. A maggioranza assoluta, il Sejm può decidere quali settori della legislazione debbano essere soggetti a poteri speciali e per quanto tempo tali poteri possano essere esercitati. Infine, il disegno di legge prevede una serie di misure per semplificare i lavori del Sejm e agevolare i suoi rapporti con il senato. Assieme al nuovo regolamento approvato dal Sejm alla fine di luglio, tali misure dovrebbero consentire di migliorare l'efficacia dei lavori parlamentari. Per entrare in vigore, la «piccola costituzione» deve ancora essere approvata dal senato e dal presidente. A quanto sembra, il presidente Walesa non è del tutto soddisfatto della riforma proposta, ritenendo che definisca il ruolo del presidente su un piano di parità con il governo piuttosto che considerarlo come un supervisore. Ad ogni modo, resta da vedere se il presidente sarà disposto, rifiutandosi di controfirmare il disegno di legge, a mettere in pericolo la fragile atmosfera di concordia che si è creata con tante difficoltà nel mondo politico polacco.
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==