gli individui e i gruppi, in una logica di governo mondiale dei problemi per tutto il movimento che si ispiri ai principi del socialismo democratico. È l'applicazione del principio dei diritti e dei doveri, unica carta vincente per un movimento che pensi di concorrere a realizzare società più giuste o meno diseguali. La necessità di andare «oltre il mercato» è ormai accettata da molta parte della cultura mondiale proprio perché il concetto di «sviluppo compatibile» è imprescindibile per molte ragioni. Vi è interdipendenza tra i mercati. La presenza di grandi gruppi industriali mondiali impone l'esistenza di un mercato in grado di acquistare i prodotti. La concorrenza è ormai spostata su due fattori: il costo del lavoro lo si ha nei paesi sottosviluppati e, prevalentemente, non democratici (si pensi a tutta l'area asiatica o dei paesi in via di sviluppo e, da qualche anno, nei paesi ex comunisti dell'est), mentre la corsa tecnologica è ancora appannaggio prevalente dei paesi sviluppati. Questa dicotomia controllata quasi esclusivamente da centri «non democratici» potrebbe indurre turbativa democratica laddove la democrazia esiste ed impedire o rallentare l'affermarsi di regimi democratici nei paesi in via di sviluppo. Quasi tutte le turbolenze politiche, monetarie, economiche e politiche di questi ultimi anni non nascono per opera dei vecchi servizi segreti del mondo della guerra fredda (Cia, Kgb), ma da grandi interessi economici e monetari che sfuggono ormai al controllo degli stati come ha dimostrato la crisi violenta del Sistema Monetario Europeo che non è stato in grado di impedire ingerenze tali da metterlo in crisi. Lo sviluppo compatibile nasce prevalentemente dalla nuova sensibilità ambientale che la scienza ha favorito, ma è anche presa di coscienza di grandi interdipendenze tra l'economia e la qualità della vita che va oltre l'ambiente. Il fattore ambiente come ,<benecomune» rafforza la linea propria della cultura socialista portata a far prevalere gli interessi generali su quelli individuali senza mettere in discussione le libertà. La questione socialista è la chiave politica più indicata per andare oltre lo sviluppo compatibile ed imboccare la strada della qualità totale dello sviluppo. Non è pensabile aumentare il divario tra i)JLBIANCO '-XILROSSO ■ iX•®•MIJ Il prometeo proletario nord e sud o tra ovest ed est a partire dalla elementare e drammatica situazione relativa alla nutrizione che vede a rischio quotidiano miliardi di persone. Produrre più ricchezza senza costruire un ciclo per la nutrizione nel mondo in grado di aumentare la tutela dei più deboli non solo è inaccettabile, ma è anche controproducente perché potrebbe innescare come ha già iniziato il ciclo pericoloso delgi egoismi, dei 40 nazionalismi, del ritorno indietro da ogni punto di vista civile, economico, culturale, politico, sociale. Senza la qualitàtotale il rischio è la guerra o le guerre. Torna un altro dei principi del socialismo democratico quali la pace e l'internazionalismo. La questione socialista è: sinistra di governo non solo protesta, organizzazione del malcontento, ma capacità di affrontare erisolvere le complesse questioni proprie della moderna società. È una questione che investe il modello di partito, movimento, sindacato, associazione, federazione, e riguarda la qualità della politica. Senza il movimento socialista democratico che sa quanto sia meglio seguire la via democratica invece che quella rivoluzionaria (lo stato si abbatte non si cambia ci dicevano ancora pochi anni fa anche in Italia), probabilmente non sarebbe possibile immaginare un futuro in uno scenario mondiale con sicuro protagonista il mondo del lavoro. Le difficoltà non mancano come testimoniano anche nella fase attuale le crisi economiche e sociali che investono pericolosamente tutti i paesi industrializzati. Ad essi si può rispondere con una cultura di governo che nella sua flessibilità abbia solidi punti fermi quali la difesa della libertà, l'equità, lo stato sociale, la tutela dell'ambiente. Oggi, forse più che agli inizi del secolo, si sente un grande bisogno di una carta mondiale del pensiero socialista nel quale vengano riconfermati e ridefiniti i principi di libertà, democrazia in una logica che consenta di «condizionare» il governo mondiale del quale si sente fortemente il bisogno ma che si manifesta sempre di più come antidemocratico, lontano dai principi di equità e solidarietà. Sono convinto che è sotto questa carta che si può essere forza di governo in Italia ed in Europa evitando di vivere la crisi italiana con provincialismo alla ricerca di soluzioni autarchiche prive di progetto come si sta facendo in relazione alle riforme istituzionali, elettorali e della politica. Molte divisioni forzate e piu rivolte al passato che al presente possono essere superate se si ha il coraggio di considerare la questione socialista come una questione grande che la storia non ha liquidato anche se ha stabilito delle verità inconfutabili.
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