Il Bianco & il Rosso - anno III - n. 34 - novembre 1992

ni e la pratica hanno raggiunto livelli di intollerabilità. Le storiche distinzioni ideologiche sono andate progressivamente perdendo efficacia sull'elettorato, nonostante siano state, anche di recente, gli argomenti pressoché esclusivi delle campagne elettorali. La grande attenzione dei politici prestata agli affari leciti e illeciti e l'assenza di proposta ha avuto come conseguenza un distacco sempre più marcato della politica dal paese reale, dalle cose da fare, dai bisogni della gente. Non esisteva neppure un interesse all'alternanza, perché la «ricompensa» che ne sarebbe derivata non sarebbe stata significativamente diversa. Il manuale della spartizione, elaborato dalla tangentocrazia dei partiti, garantiva tutti in modo soddisfacente, indipendentemente dalla collocazione formale nella mappa del potere. Questo sistema permetteva di recuperare ai partili ingenti risorse illecite, che assieme all'uso clientelare derivante dall'occupazione partitocratica dello Stato, costituiva un sistema di scambio e di consenso difficilmente eguagliabile con altri strumenti. La degenerazione più grave sotto ogni profilo si è riscontrata al centro nord, con la collusione affari-politica ed al sud con l'intreccio mafia-politica. Il torpore della magistratura ha permesso l'estendersi di forme sempre più spregiudicate e capillari, volte al sostentamento di forze politiche sempre più costose ed arroganti. A nulla è valso il finanziamento pubblico dei partili, se non ad aumentare l'appetito ed il prezzo del voto di scambio. Sono stati così stravolti i concetti più elementari di democrazia; nell'economia è venuto meno il libero mercato; nella società si è creato uno stato sociale tanto diffuso quanto inefficace ed ingiusto. Questo sistema di acquisizione del consenso, che nel vecchio contesto politico internazionale, ingiustificato sul piano morale, poteva trovare una giustificazione nell'argine anticomunista, oggi, nel nuovo contesto è impresentabile. Anche il sistema delle imprese, pressato dai vincoli economici internazionali, non è più disponibile a ripagare con la delega una classe po- ..l)_ll. BIANCO lXltROSSO liX•#JiMtl litica che svolge semplicemente una funzione di mediazione e ripaga solo con favori alcune imprese che stanno al gioco, al punto che le imprese che non sono state beneficiale, chiedono a gran voce il ripristino delle regole di mercato. Dal canto suo lo Stato non è più in grado di «accontentare» le classi lavoratrici secondo una logica assistenzial/laburista e al tempo stesso sorreggere una classe imprenditoriale e finanziaria sempre meno competitiva e sempre più ostile. In sostanza il «patto» consociativo è diventato inutile, troppo costoso, e risulta essere un grosso freno nel nuovo contesto economico europeo. Si è pertanto conclusa una fase storica. Sono cambiate le ragioni dell'economia, si affaccia una nuova richiesta dell'imprenditoria di gestire direttamente i propri interessi, e di ripartire opportunità e risorse economiche. Si vanno delineando ormai due poli nella politica italiana: gli accusati, responsabili della gestione del paese, e gli accusatori. Da parte di questi ultimi viene messa sotto accusa la presenza dello Stato nell'economia, la gestione partitocratica di ogni aspetto della società, l'inefficienzadella cosa pubblica, il gigantesco debito pubblico, l'eccessiva diffusione dello Stato sociale; il ladrocinio politico sistematico ed organizzato. È difficilepensare che l'esperienza socialista, ma anche più genericamente quella di sinistra, possa non ritenersi corresponsabile di questi guai. È quella politica di sinistra possibile, che oggi è messa sottoaccusa. Solo parte degli ex comunisti continuano a pensare di essere diversi, continuano a torlo a considerarsi esclusi dalla gestione del potere della prima repubblica e ad immaginare una fantasiosa uscita a sinistra da questa crisi. È difficile pensare che siano gli stessi personaggi, gli stessi partiti a risanare l'economia, la politica, la società che loro stessi hanno contribuilo a guastare. Ma in Italia tutto è possibile. Il grande lavorio trasversale di molti personaggi, potrebbe preludere ad una intesa opportunistica, e ad una confusa migrazione trasformistica, probabilmente verso il polo vin34 cente. Il rischio di perdere l'occasione per chiarire la politica italiana è elevatissimo, nessuno ha mai voluto autodefinirsi di destra, eppure oggi molto va in quella direzione. La caccia alle aggregazioni più variopinte possibili è ormai iniziata, al punto che le divisioni che tagliano trasversalmente i partili sembrano essere solo fra vecchio e nuovo, onesto e disonesto, ma la divisione vera non può che essere politica. I protagonisti della «socialdemocraziaall'italiana», stentano a cogliere il significato della svolta storica in atto. Resta una mossa possibile, forse l'unica quella di costituire un governo con la partecipazione del Pds, tale da rendere esplicito ciò che è staio sommerso per quasi mezzo secolo. Ne risulterebbe così un governo più robusto che con una politica coraggiosa potrebbe correggere gli errori, risanare l'economia, ridurre il debito pubblico, rendere più efficiente e più giusto lo Stato sociale, ripristinare legalità e moralità e allo stesso tempo ridare credibilità anche alle forze politiche che lo dovessero comporre; potrebbe ostacolare l'insediarsi di un capitalismo selvaggio, sviluppare gli spazi di democrazia economica e partecipativa, prestare attenzione all'ambiente. Si potrebbe in tal modo avviare una vera e propria palingenesi, cioè un cambiamento di uomini, di contenuti della politica e stile di vita. Ciò potrebbe significare attuare una politica impopolare, col rischio di smantellare quel sistema di potere che ha permesso a questi partiti di vivere. È un rischio che deve essere corso. Se tutto questo restasse una semplice esortazione il risveglio per Dc, Psi, Pds potrebbe essere molto brusco, e non vi sarà allora altra soluzione che passare democraticamente la mano a quel partito degli accusatori che costituisce ormai la «nuovadestra». Essa in molte realtà locali ha già riscosso ampi consensi. L'aggravarsi della crisi economica e di governabilità, potrebbe accelerare questo processo; una riforma elettorale che favorisca l'aggregazione bipolare potrà sancire che il primo turno della seconda repubblica toccherà proprio a loro.

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