Il Bianco & il Rosso - anno III - n. 34 - novembre 1992

i.)JI. BIANCO l.XILROSSO 1MUl 111 Al1IH Ciò di cui c'è quindi assoluto bisogno è la ridefinizione dello statuto della politica. Mentre pretendere di guadagnare un'uscita cercando di redistribuire i ruoli dentro il vecchio sistema appare, oltre che inutilmente logorante, anche del tutto illusorio. Non può non preoccupare quindi che le ipotesi di riforme finora emerse dalla Commissione Bicamerale, sul punto essenziale della forma di governo e del connesso sistema elettorale, lascino indenni le cattive abitudini dei partiti e la qualità scadente del loro rapporto con le istituzioni. Al momento in cui scriviamo infatti la Commissione ha bocciato con i voti di Pds, Dc e Psi l'elezione diretta sia del capo dello Stato che del Premier e ha anche definito i criteri per la riforma elettorale. Malgrado il tentativo di alcuni di tenere assieme cose contradditorie come governo parlamentare e sistema elettorale uninominale maggiorita - rio (che senza presidenzialismo ai guai attuali ag- «La repressionegiolittiananon fermerà.il socialismo»da «L'Asino»1, 7-9-1893. 3 giungerebbe solo rischi di frammentazione localistica della rappresentanza) tutto lascia supporre che alla fine approderà all'elezione del Presidente del Consiglio da parte del Parlamento e l'introduzione di un premio di maggioranza che incoraggi le coalizioni. Ma poiché questo modello, come ha ricordato con giusta preoccupazione Barbera, è già risultato fallimentare nella IV Repubblica francese, non si riesce a capire perché dovrebbe funzionare in Italia. Al punto in cui siamo ci si deve quindi chiedere se questi partiti pur consapevoli della decadenza del sistema politico, ma, per mille ragioni, incapaci di autentico rinnovamento possano diventare gli inventori di regole nuove che li costringano ad essere ciò che non vogliono, o non riescono ad essere. La nostra risposta è che senza un appropriato e diretto coinvolgimento dei cittadini questo risulterà del tutto improbabile. * • *

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