In primo luogo un confronto culturale serrato e un'elaborazione teorica aperta alle correnti di pensiero mondiali più avanzate, al fine di mettere a punto una piattaforma programmatica adeguata ai tempi. In secondo luogo l'assunzione di comuni orizzonti politici, in alternativa ad un polo conservatore imperniato sulla Dc, che sappia assumere le responsabilità dell'ora e bruciare alle spalle i vascelli dell'assistenzialismo parassitario e del populismo corporativo, recuperando invece i valori del meridionalismo propositivo. Da ultimo ma non meno importante l'impegno per una riforma istituzionale imperniata sul rafforzamento più generale di tutto il processo decisionale, a cui deve affiancarsi un altrettanto autonomo rafforzamento dei momenti di controllo e di gestione delle decisioni politiche. L'accresciuto ruolo dei cittadini dovrà necessariamente tradursi anche nella possibilità di elezione diretta dei responsabili di governo di vari livelli, E i partiti? Faranno mediazione culturale, costruiranno progetti, «educheranno» alla politica, filtreranno interessi, passioni e culture Ira cittadini e Staio, dovranno occuparsi di selezionare il personale politico sottoponendo le ~!J. BIANCO lXILROSSO liX•#Jiltl candidature al preventivo giudizio del corpo elettorale. Se, come da tempo sosteniamo, con le riforme istituzionali si deve capovolgere la «ratio» dell'ari. 117della Costituzione per realizzare «Regioni forti» titolari delle competenze in materia di politica industriale, agricola, turistica e dotale di autonomia finanziaria e capacità impositiva ecc. e lasciare allo stato centrale solo le politiche della difesa, degli esteri, del tesoro e poche altre competenze, allora c'è ancora molto bisogno dei partili seppur profondamente rinnovali. Saranno partili regionali dotati di ampia autonomia e affrancati dalle interferenze riguardanti le scelte della autonomie locali. Questa è una fase nella quale si deve aprire una approfondila riflessione sul modo di essere dei Partili e della stessa formapartito. In particolare questo tema lo deve affrontare senza remore e con grande apertura la sinistra, rendendosi conto che i Partiti così come li abbiamo conosciuti non hanno più alcuna possibilità di vita. Il tema della forma-partilo, della sua capacità di essere referente di settori della società, della capacità di collegarsi con i movimenti è essenziale per la sinistra storica. Tutto ciò non può essere ovviamente ricondotto ad un unico soggetto politico. Per ragioni di principio (no al centralismo organizzativo) e per ragioni pratiche (la molteplicità di soggetti collettivi) non si può non percorrere una strada di un forte regionalismo. Di questo grande rassemblement la componente socialista, nelle sue vecchie nuove articolazioni, è e deve continuare ad essere parte importante e decisiva. Anche se non esaustiva. La conquista della maggioranza (il fatidico 51 %) comporta la capacità di aggregare culture e forze democratico-progressiste che non si identificano e non intendono identificarsi nella tradizione socialista. Sono fermamente convinto che vi è ampio spazio e prospettiva per un socialismo rinnovato, ma sono altrettanto convinto che esso è una condizione necessaria ma non sufficiente per determinare una guida progressista dell'Italia. Il nome del nuovo schieramento riformista deve, dunque, tenere conio di ciò e trovare un giusto equilibrio tra tradizione e innovazione entrambe, però, ispirate ai valori permanenti e che non conoscono obsolescenza: libertà, equità, giustizia e solidarietà. Una foto rara: uno dei cortei del primo maggio 1891 a Roma poco prima dell'aggressione di S. Croce in Gerusalemme. 21
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