~JLBIANCO lXILROSSO Millililld cietà da privatizzare. Processi di internazionalizzazione che potrebbero risultare pericolosi o integrazioni monopolistiche che potrebbero comportare concentrazioni di potere troppo ampie, cambierebbero di segno e di qualità se fossero accompagnati e parzialmente sostituiti da presenze istituzionalizzate di fondi alimentati dal risparmio dei lavoratori e stimolati da adeguate agevolazioni fiscali. In questo modo, la crisi produrrebbe una maggiore democrazia economica e con essa un più sicuro mantenimento dell'assetto produttivo. Certo, si tratta di fare un salto di qualità del modo di collocare i lavoratori nella società. Non considerarli più dei salariati e neanche solo dei risparmiatori, ma dei produttori a tutti gli effetti, compreso quello di detenere una parte dell'accumulazione capitalistica. Un salto di qualità che investirebbe anche il sindacato, il cui ruolo rivendicativo sarebbe realmente soppiantato da quello partecipativo. Come si può arguire, troppi cambiamenti si stanno accumulando e possono frastornare la gente. Che invece ha bisogno di sicurezze, di certezze. E le può cercare ovunque, ora che le ideologie non Il «mappamondo»di Krates di Mallo, filosofostoico (Il s. a. C.) orientano più. Le può cercare, anche in buona fede, nell'arroccamento sull'esistente. Non cambiare è una certezza a cui abbarbicarsi. Le può cercare, anche inconsapevolmente, nella identità corporativa, considerandola quella che meglio può offrire nuove certezze. Non deve meravigliare se queste espressioni oggi assumono contemporaneamente sembianze e simboli di sinistra e di destra (ammesso che questi termini abbiano senso). L'orientamento riformista può essere vincente soltanto se il suo progetto è fondato su elementi certi, validi, condivisi. La forza delle cose pretende cambiamento, ma il suo segno è dato dalla forza delle idee e dal sostegno che a queste dà la gente. Non ancora siamo a questo punto. L'orientamento riformista non ancora è un progetto, neanche nel movimento sindacale. E questa lacuna può diventare un handicap nel rapporto con i lavoratori. Non basta chiedere di partecipare ai sacrifici nella massima equità possibile; è necessario accompagnare questo messaggio con un altro; quello di essere portatori di un progetto di cambiamento che fa sentire i lavoratori, i deboli di questa società comunque dei protagonisti. L \ 'ò~;,... .,,..l'1'~\0ç,t C, Q.V.A1"0~\P. -- 7 .At'tl"\ 10P~ c., ~tr~ct.~tS
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