Il Bianco & il Rosso - anno III - n. 33 - ottobre 1992

~JLBIANCO l.XILROSSO VITA DELL'ASSOCIAZIONE Il 3 settembre ReS ha reso nota questa dichiarazione, stesa nei giorni precedenti, relativa ai «corsivi» che l'Avanti aveva pubblicato contro le indagini del giudice Di Pietro. Le conclusioni di questo documento restano assolutamente attuali, e ci appaiono l'unica prospettiva di un futuro migliore per il Psi, e non solo per esso ( * * *). Roma, 3 Settembre 1992 Molti, e noi siamo tra questi, sono rimasti stupefatti dagli improvvidi corsivi dell'Avanti, di contestazione al giudice Di Pietro impegnato nell'inchiesta per le tangenti a Milano. La meraviglia non è solo per l'incredibile sollecitazione rivolta ai difensori degli imputati di prendere iniziative in sede giudiziaria per screditare il magistrato e porre in dubbio la sua imparzialità nei processi che gli sono stati affidati. Ma è anche determinata dal fatto che questo deplorevole tentativo di personalizzazione si somma a giudizi e posizioni politiche sullo scandalo di Milano tuttaltro che condivisibili. Di fronte ai primi arresti Craxi aveva infatti parlato di «qualche mariuolo». Si è visto invece che il marcio era molto più profondo e ramificato. Si è anche capito subito che senza una correzione drastica di comportamenti sregolati la delegittimazione delle istituzioni politiche avrebbe rischiato di diventare irrefrenabile. C'erano quindi due cose che andavano fatte: lasciar lavorare in pace i giudici che hanno scoperchiato il maleodorante pentolone del connubio affari-politica; cambiare il modo di essere e di fare dei partiti. La dirigenza del Psi ha invece tentato di mettere sotto accusa chi cerca di fare giustizia, dando la spiacevole impressione di voler, in questo modo, distogliere l'attenzione dalla realtà criminosa venuta alla luce, ormai comprovata da innumerevoli confessioni e riscontri documentali, e confermata dai Tribunali dalla Libertà e dalla Cassazione. Mentre non c'è stato affatto un soprassalto di intelligenza dentro partiti troppo ingombranti e troppo corrotti i quali non hanno dato, finora, segni di aver capito che la riduzione di uno spazio improprio ed un recupero di moralità non costi69 tuiscono una esigenza estetica, ma un imprescindibile dovere politico. Perciò, a questo punto, l'intera questione non riguarda più soltanto le iniziative di Craxi ed i suoi moventi, ma investe l'intero Partito Socialista. Esso, se vuol tornare ad esercitare un ruolo innovativo nella politica italiana, deve voltare risolutamente pagina. C'è chi, a questo proposito, ha parlato di un nuovo Midas e chi ha invocatoun Congresso straordinario. Quel che è certo è che se i socialisti vogliono salvare il valore della loro tradizione non possono sacrificarla agli interessi di una oligarchia. Per scongiurare questo pericolo occorre che, molto semplicemente, ma anche arditamente, i socialisti avvertano il dovere di riconciliare il loro partito con la grandezza dell'idea socialista. E si comportino di conseguenza.

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