Il Bianco & il Rosso - anno III - n. 33 - ottobre 1992

,P!I~ BIANCO l.XILROSSO DOCUMENTO Questo Documento: Vakclav Havel ha passato gran parte della sua vita a lottare contro un potere cieco e incolto, che toglieva parola e diritti a tutti, e in particolare agli intellettuali, razza tradizionalmente pericolosa. Egli, un artista, è diventato presidente della Repubblica. Nelle terre dell'Est liberate dal giogo del comunismo reale non è il solo caso: filosofi, cantanti, poeti, scrittori, sono oggi presenti nei posti di potere di quei paesi. In Bulgaria il presidente è un filosofo, e la vicepresidente una poetessa. In Ungheria il presidente è uno scrittore e il primo ministro uno storico. In Lituania il presidente è un musicista. Perché? La classe dirigente comunista non ha voluto che si formassero, alla sua ombra, dirigenti politici puri, e nel deserto rivelato dalla caduta dei regimi gli unici capaci di gestire il passaggio alla democrazia sono risultati gli intellettuali che avevano fatto opposizione. Di qui il fenomeno suddetto. VaklavHavel riflette, dapar suo, in questo pezzo, sulla relazione trail potere e gli intellettuali, arrivando a chiedersi se la consumazione di certi spazi della politica come lotta di potere, e non solo nei paesi retti da un governo dittatoriale, non voglia dire che forse è venuto il momento di dare respiro umano, filosofico, geniale, creativo, anche a ciò che resta del potere politico. Una specie di profezia sulle esigenze della politica del 2000. Il testo che pubblichiamo, e che prendiamo da Avvenire del 12/9 u.s., nella traduzione di Martin Svehlik, è tratto da un discorso che Havel ha tenuto a Tokio, davanti al Parlamento giapponese, in occasione di una visita ufficiale. Pensiamo che riflessioni, ed esperienze, come la sua, possano far pensare anche noi, in Italia, che siamo in un momento particolare della vicenda politica, di fronte una crisi e ad una trasformazione che forse richiedono, anche da noi, il guizzo del genio e la luce della creatività. La realpolitik non basta più. (G.G.) 66

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