~JJ.BIANC:O lXILHOSSO U~iIi IDM~i i • Dallaquestionemoralealla questionepolitica Italia è l'unico paese al mon- L, do ad avere tre partiti che aderiscono all'Internazionale Socialista 1 : i pochi paesi che hanno due partiti iscritti, presentano situazioni politiche del tutto particolari: o in essi i socialisti non contano nulla, come negli Stati Uniti, oppure vi sono divisioni etniche (Belgio) o drammi politici (Israele) che giustificano una duplice esistenza. Anche il primato dell'Italia è il frutto di un dramma, anzi di due drammi, un dramma storico ed uno terribilmente attuale: il dramma storico, non aver saputo né voluto creare le condizioni per costruire una sola forza politica riformista; il dramma d'attualità, che per ragioni diverse ciascuno dei tre partiti che in Italia aderiscono all'Internazionale Socialista sta perdendo consensi. Un dramma terribilmente attuale, perché la contemporanea perdita di consenso per Psi, Psdi e Pds è strettamente connessa òlPlanisferio (J. Ruysch, 1508) di Gianpiero Magnani la destabilizzazione dell'Italia. Una sinistra debole e destinata ad indebolirsi sempre più è la precondizione in una situazione in cui anche l'alternativa tradizionale alla sinistra, la Dc, è debole; in cui tutti i partiti sono in crisi, in cui tutte le formazioni politiche (vecchie e nuove) sono in crisi tranne una, per la quale (come è noto) l'unità nazionale è un problema e non un fatto da cui partire per risolvere i problemi. Dalla questione morale urge allora passare alla questione politica, che è la vera questione del nostro Paese: la proliferazione dei partiti e dei gruppi politici ciascuno dei quali, anche con il 2% (soprattutto col 2%) ha voce in capitolo, accesso ai mass media, rendite di posizione e poteri di veto. Una proliferazione che ha colpito solo marginalmente la Democrazia Cristiana, ma che ha distrutto la sinistra italiana, quella del rinnovamento come quella della conservazione. Bisogna allora cominciare subito, pren62 dere l'iniziativa per costruire in tempi brevi l'unità delle forze progressiste attorno ad un cartello comune. Un nuovo inizio nella storia politica del nostro Paese, che non può più avvenire per decreto, ancora meno per decisioni di vertice: non può essere una soluzione interna ai partiti; per divenire credibile, deve diventare una soluzione ad essi esterna, deve passare attraverso la creazione di un movimento collettivo che possa unire in una battaglia comune chi, pur aderendo a partiti diversi, si riconosce per tradizione storica o per scelta recente in sostanziali valori comuni. Con il crollo delle ideologie, con la fine della guerra fredda, una nuova sfida ci attende: il nemico non è più oggi il comunismo ma la disgregazione e la destabilizzazione; l'esperienza attuale ci insegna che, per quanto possa sembrare paradossale, il capitalismo aveva bisogno del comunismo per vivere. Crollato un sistema economico, l'altro vacilla; e dove è più debole, maggiori
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