so e per la formulazione della soluzione preferibile che, anticiperò, contempla un premio di coalizione per fare eleggere direttamente dai cittadini una compagine governativa dotata di una maggioranza in Parlamento che le consenta di attuare il suo programma. Il punto è semplice: strutture istituzionali e regole elettorali ben congegnate riescono a creare la leadership sia di governo che di opposizione. E tanto potrebbe bastare a Max Weber come a Hans Kelsen. Non oso fare riferimenti ai costituzionalisti e ai sociologi italiani il cui apporto riformatore in questo decennio è stato deludente, esaurendosi, salvo lodevoli eccezioni, nella statica analisi delle ragioni per le quali non si riuscirà a fare nessuna riforma istituzionale. Se si vuole creare la leadership politico-istituzionale, non la popolarità teleCosmografia:di S. Munsler (1588) ~.(I. BIANCO l.XILROSSO iit•#ihitl visiva, diventa indispensabile costruire regole elettorali che incentivino e premino la formazione di coalizioni di governo a tutti i livelli al cui vertice stia il leader designato. È importante che i cittadini possano scegliere fra coalizioni, programmi e persone affidando il mandato di governo in maniera diretta, esplicita, forte senza la mediazione partitica. È decisivo che nelle assemblee elettive la contrapposizione fra governo e opposizione si produca in maniera trasparente, che i governi possano decidere e che le opposizioni possano controllare e magari critichino con competenza e contropropongano con cognizione di causa (ed effetti). Infine, è assolutamente indispensabile che venga ridotto il numero dei componenti della classe politica e che venga ridimensionato lo spazio delle decisioni politiche. Chi ha paura di una 40 leadership democraticamente eletta, con un mandato popolare che ha dato altresì vita a una maggioranza nelle assemblee, con la riduzione e il riorientamento delle funzioni e del ruolo dei partiti (di quelli che si salveranno), vuole in realtà restringere gli spazi della democrazia italiana e impedirne il pieno sviluppo. Sviluppo che, purtroppo, se non ci sarà un generale salto di qualità nelle altre organizzazioni a cominciare dai sindacati e dalla Confindustria, sarà comunque limitato.Ma, allora, la responsabilità sarà un po' di tutti, anche se lo spazio per il cambiamento sarà comunque maggiore di quello consentito oggi dalla forma di governo parlamentare debole, dalla Repubblica dei partiti e della nomenklatura. Meglio di adesso si può fare e, per una volta, il meglio è di gran lunga preferibile ai pur buoni, ma insufficienti ritocchi.
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