OJLBIANCO '-X-lt ROSSO MiiRCiliil Le«voci»dellaChiesacattolica nel«silenzio»dellapoliticaincrisi di Giovanni Gennari 1. La Chiesa «forza sociale»: una situazione nuova e inattesa. Politici giù, vescovi su. Quando nel 1985, a Loreto, Giovanni Paolo II lanciò alla Chiesa italiana il suo monito a diventare sempre più «forza sociale», non poteva immaginare un futuro come l'attuale. In Italia, nella crisi di credibilità morale della politica organizzata, ormai quasi solo capace di parlare per risse interne e per sussulti di aggressività verso l'esterno, i messaggi della Chiesa italiana rivolti alla società si fanno sempre più frequenti, e sempre più accolti dall'opinione pubblica, e dai media, anche da chi cattolico e credente non è. Dai tempi del Convegno di Loreto, in sette anni, è cambiato il mondo, e sta cambiando l'Italia: la politica organizzata nei partiti e nelle Istituzioni appare sempre più in crisi, la società sempre più inquieta, gli esiti delle campagne elettorali vengono determinati anche, se non soprattutto, dalle comunicazioni giudiziarie, e si affermano teorizzazioni di disimpegno, di separatismo, di rifiuto della organizzazione solidaristica e della stessa unità della nazione ... In questo contesto la Chiesa appare, almeno in quanto forza sociale e morale, come punto di riferimento per tanti. Sergio Romano, commentatore politico autorevole, annotava con malcelato malumore, nelle scorse settimane, che non è un buon segno, per l'Italia, se un vescovo appare come l'unico personaggio credibile di una intera città. Ovvio: purché qualcuno non arrivi a pensare, e teorizzare, che sarebbe meglio non ci fosse neppure il vescovo... Difficile ricordare qui tutti gli interventi, anche solo recenti, di vescovi italiani che hanno detto la loro sulla crisi della società e sulla necessità del rinnovamento della politica, che implica, e presuppone, per essi, un rinnovamento della vita stessa 12 delle persone e dei comportamenti sociali delle istituzioni. Solo nelle prime settimane di settembre ricordo la lettera del cardinale Martini, «Stoallaporta», sulla «vigilanza cristiana», di cui diremo in seguito. Contemporaneo il documento del cardinale Giacomo Biffi, arcivescovo di Bologna, dal titolo «Guai a me ... », che tratta del dovere di evangelizzazione che incombe al vescovo,e che si segnala per una notevole diversità di toni e di contenuti, se lo si confronta con lo stile e con le tematiche del cardinale Martini. Per Biffi, infatti, la Chiesa deve difendere la verità, la sua verità, più che dialogare, e diffidare di temi come solidarietà, pace, rispetto, se vengono realizzati in un contesto secolaristico, e possono diventare elementi che distolgono i cristiani dal dovere di annuncio e di testimonianza integrale. Martini e Biffi:per lo meno due diverse maniere di declinare l'annuncio e l'impegno cristiano oggi. Va segnalata anche la lettera pastorale del cardinale Giovanni Saldarini, arcivescovo di Torino, « Voi siete il sale della terra... », dedicata all'impegno dei cristiani nella storia. Di rilievo anche molti interventi meno organici di vescovi italiani, sempre relativi ai problemi attuali dei rapporti tra politica e società. Forti anche gli interventi dell'arcivescovo di Padova, monsignor Mattiazzo, di monsignor Luigi Bettazzi, vescovo di Ivrea, e del patriarca di Venezia, cardinale Marco Cé. In questo contesto si segnala un severo intervento di monsignor Giuseppe Agostino, arcivescovo di Crotone e vicepresidente della Cei, Conferenza episcopale italiana, sulla necessità della riforma morale che tocchi profondamente partiti ed istituzioni italiane, e sulle responsabilità forti dei cattolici e delle istituzioni di Chiesa. Stesso discorso, anche più duro, quello di monsignor Raffaele Nogaro, arcivescovo di Caserta, cui si deve inizialmente la denuncia forte del malaffare di politici
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