Pluralità e libertà dei mezzi d'informazione I mezzi d'informazione presentano in varie repubbliche un'immagine molto unilaterale degli avvenimenti. Piuttosto che fornire chiarimenti, essi infiammano l'opinione pubblica. In molti casi la stampa, «sulla strada della privatizzazione», è stata nazionalizzata. Mancano praticamente i giornali di opposizione. Il tempo di trasmissione riservato ai partiti politici in alcune repubbliche è stato ripartito fin dall'inizio dei conflitti in maniera molto ineguale in termini di durata e di orario dell'emissione. La libertà di diffusione dell'informazione è nel frattempo ulteriormente diminuita. La televisione bosniaca a Sarajevo è stata minacciata da bande serbe. Le trasmissioni verso Belgrado vengono ostacolate. In Croazia le stazioni radiofoniche indipendenti hanno un'esistenza molto precaria. La pluralità della stampa costituisce tuttavia un elemento fondamentale della democrazia e la Comunità deve adoperarsi affinché venga dato sempre più spazio ai mezzi di inform zione indipendenti. I Cittadini delle repubbliche devono poter sentire le altre campane per potersi di- ~.lf, BIANCO l.XILROSSO IH ii i Kll u i,_, (i)@nn pendere dalla manipolazione. Se necessario, vi si dovrà provvedere dall'esterno, ad esempio grazie a trasmissioni radiotelevisive destinate alle repubbliche e fornendo un aiuto a serie emittenti indipendenti. Si dovranno inoltre ascoltare, nel quadro della Conferenza di pace, le forze dell'opposizione orientate verso la pace esistenti nelle varie repubbliche onde rafforzare il loro status e la loro influenza. La Ce può contribuire affinché le libere organizzazioni di cittadini e le chiese avviino tra loro un dialogo per creare così una più ampia base sociale per l'azione di pace. Confini È molto grave qualificare i confini tra gruppi etnici come «naturali»definendo invece come «artificiali» i confini tra unità amministrative che sono venute a crearsi per una serie di altri motivi. Per contro, lo smembramento di comunità (e famiglie) etnicamente miste è in genere un processo artificiale e determinato dall'esterno. La gente delle città e dei villaggi distrutti non ha chiesto questo cosiddetto «ripristino dei confini naturali». Il rispetto degli attuali confini interni è fondato sulla loro base storica e sul riconoscimento del passato e ciò non vale solo per la Iugoslavia. Se in questa regione si modificano i confini, c'è il pericolo che la ricomposizione non abbia mai fine e che in particolare la prossima vittiss ma sia l'integrità della Bosnia, con tutte le drammatiche conseguenze del caso. Molto giustamente le «Guidelines» stabiliscono quindi che, per quanto concerne il riconoscimento, occorre tenere conto dell'effetto sulle repubbliche limitrofe. Inoltre, sulla delle «Guidalines» la Ce non intende riconoscere unità amministrative che sono la conseguenza dell'aggressione. Questa è una vigorosa presa di posizione contro la dichiarazione di inpendenza di una serie di comuni a maggioranza serba in territorio croato. I loro diritti possono essere pienamente integrati nell'ambito delle nuove disposizioni costituzionali della Croazia. Lo stesso vale per i comuni a maggioranza serba o croata in Bosnia-Erzegovina. Kossovo Il rispetto dei confini riconosciuti e degli interessi degli Stati confinanti riveste importanza anche per l'atteggiamento della Ce nei confronti del Kossovo. Vari membri del Parlamento europeo hanno già riferito in merito alle violazioni dei diritti dell'uomo in questa ex provincia autonoma. Nella zona la tensione tra la maggioranza albanese e il governo della repubblica di Serbia è fortemente aumentata. Gli albanesi subiscono gravi discriminazioni sia sul piano dei diritti classici (libertà di stampa, diritti politici), sia su quello dei diritti sociali fondamentali (dirittoal lavoro, all'assistenza sanitaria, all'istruzione). A quanto si apprende, il governo della Serbia attua una politica di repressione e sostiene addirittura che ]a sua politica costituirebbe una reazione ad attività separatistiche. Il Kossovoriveste per i serbi un particolare valore simbolico, che è profondamente ancorato nella storia serba. Una visione della storia nazionale, per quanto profondamente radicata, non può però divenire motivo di repressione di altri gruppi etnici. I maggiori partiti moderati del Kossovo non hanno l'intenzione di forzare una separazione. Il Parlamento europeo ha onorato l'atteggiamento estremamente costruttivodel leader albanese AdemDemacicon il premio Sacharov, che viene assegnato ai difensori dei diritti dell'uomo. Un accordo
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