Il Bianco & il Rosso - anno III - n. 31/32 - ago./set. 1992

ne si potrebbe probabilmente dare espressione alla parità della comunità albanofona, venendo incontro allo stesso tempo alle obiezioni da parie greca. Valutazione II La Federazione non esiste più Il trattalo su cui si basa la Federazione non è più valido a seguilo del distacco delle repubbliche partecipanti. Non si può pertanto parlare di una «Iugoslavia restante», composta ad esempio dalla Serbia e dal Montenegro. Queste due repubbliche non possono essere considerale come ovvi successori della Federazione iugoslava. Ciò ha conseguenze di grande portata per le attuali rappresentanze della Iugoslavia negli organi internazionali. In ogni caso sarebbe ingiusto trattare le repubbliche in modo diverso, a meno che ciò non sia giustificato dal loro atteggiamento nei confronti dei criteri di riconoscimento. La Ce rinuncia ora al suo mezzo di pressione diplomatico, che consisteva nel sospendere il giudizio in merito al riconoscimento o meno delle repubbliche. Questo mezzo non poteva del resto essere utilizzato indefinitivamenle. L'invitogenerale alle repubbliche contenuto nelle «Guidelines» è il modo più equo di risolvere il problema del riconoscimento. I diritti delle minoranze Le «TreatyProvisions»hanno portato, nel caso della repubblica di Croazia, ad una costituzione nella quale, in seguito alla richiesta della Ce, sono state ampiamente incorporate le esigenze delle «Provisions»in ordine ai diritti dell'uomo e delle minoranze. Se in tutte le costituzioni delle repubbliche e nella loro politica le minoranze verranno trattale nel modo prescritto dalle «TreatyProvisions», non vi sarà motivo di tensione e paure etniche. Nella Costituzione slovena i diritti delle minoranze vengo- ,{)11, BIANCO lXILROSSO i H ii 81) iD I i lG t1~1• itii ritti formali. Si parla inoltre di un consiglio consultivo interetnico cui la parti possono appellarsi. Ciononostante, la (grande) minoranza albanese in Macedonia non si è ancora tranquilizzata per quanto concerne l'applicazione di questi diritti fondamentali nella costituzione e si è in maggioranza astenuta dal partecipare al referendum sull'indipendenza della Macedonia. Il governo della Bosnia-Erzegovina ha brillato per il suo spirito di cooperazione e ha presentato, unilami,~nteal governo della Macedonia, varie proposte per evitare i conflitti etnici. Il mantenimento della pace interna in Bosnia-Erzegovina riveste grande importanza nella prospettiva di una cooperazione pacifica delle repubbliche e dei grupno garantiti fin dall'inizio in maniera ade- ~ guata. La costituzione della Macedonia preve- --•••l!!l!!!••llllli!l.!i!&!!-=••..,. de l'autonomia per le comunità locali, per cui le minoranze dispongano di ampi di54 pi etnici sul territorio dell'ex Iugoslavia. Nell'ambito della Conferenza di pace si possono chiaramente indicare degli orientamenti a questo proposito. La regolamentazione formale dei diritti dell'uomo e dei diritti delle minoranze deve accompagnarsi in tutte le repubbliche a una politica concreta che presenti le caratteristiche di uno stato di diritto democratico. L'imposizionedi dichiarazioni di lealtà da parie dei gruppi minoritari e la limitazione della libertà della stampa e dei mezzi d'informazione non sono ammissibili in questo contesto. È opportuno uno studio delle cause del malcontento di determinati ti gruppi minoritari (come in Macedonia). Nel frattempo la repressione degli albanesi del Kossovo prosegue. Nella Costituzione e nella politica serbe devono ancora intervenire i drastici adeguamenti di cui si è parlato altrove. Il Kossovoera e resta il più importante banco di prova per una politica credibile di non discriminazione. Il parlamento europeo si è già espresso in precedenza sull'istituzione di una Corte dei diritti delle minoranze, che dovrebbe vigilare sul rispetto di tali diritti e provvedere all'arbitrato. Nella forma che la Conferenza di pace propone per tale istituzione viene espressa la responsabilità comune della Ce e delle repubbliche interessale. La limitazione della zona di competenza al territorio dell'ex Iugoslavia rappresenta in questo stadio dell'evoluzione europea un vantaggio.

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