la promessa di un cospicuo aiuto finanziario in caso di atteggiamento cooperativo sono sembrate sul momento non esercitare sufficiente pressione. La revisione selettiva di queste misure di pressione ha ulteriormente accentuato l'isolamento economico della Serbia e del Montenegro. Non è facile porre in atto un boicottaggio economico. Il governo iugoslavo si è da tempo preparato all'autoapprovvigionamento. Inoltre non si è sicuri di colpire effettivamente coloro che si vogliono colpire. Ma queste non sono mai state ragioni determinanti per non procedere ad un boicottaggio. Si tratta quindi di un'arma ancora disponibile. Interventomilitare Qualora la Ce avesse competenze in materia di politica di difesa e potesse disporre (eventualmente tramite l'Ueo) di forze di pronto intervento, essa avrebbe potuto esercitare minacce utili. È tuttavia arduo intervenire con forze terrestri conto la volontà delle parti belligeranti. L'esercito federale è forte e i militari sono addestrali alla guerriglia. Un siffatto intervento non sarebbe necessariamente coronato da rapidi successi militari. Inoltre occorre chiedersi quali sarebbero le eventuali incidenze sui futuri rapporti con la Iugoslavia e all'interno di essa. Non si è parlato apertamente del ricorso a unità navali per impedire i bombardamenti delle città costiere o per assicurare la «separazione delle truppe». Questa soluzione comporterebbe minori problemi tecnici e avrebbe potuto portare ad una situazione di stallo. Politica di riconoscimento Il diritto all'autodeterminazione, anche nella forma della separazione, non implica che i paesi terzi siano tenuti al riconoscimento. Per quanto le Repubbliche possano essere provocate dall'ostinazione dei loro partner di negoziato, secondo la Ce e vari altri governi (Onu compresa) non si poteva accettare automaticamente una dichiarazione unilaterale di indipendenza. Finché restavano da chiarire le modalità {)jJ, BIANCO '-XILROSSO i I ii ki) ili i i M(Gi)~••Xii delle future relazioni fra le varie autorità iugoslave la questione del «riconoscimento» non è stata messa all'ordine del giorno. Il riconoscimento può però imporsi come misura necessaria se si sono esauriti i mezzi diplomatici e ci si attende un risultato positivo dal riconoscimento. La conferenza di pace Sinora essa si è occupata degli aspetti a lungo termine del conflitto: regolamentazione dei diritti delle minoranze, possibilità di relazioni economiche tra le repubbliche, ricerca di possibili nuove strutture. La Ce ha avuto a che fare con negoziatori che si limitano a strumentalizzare la conferenza o il fallimento della medesima per promuovere i propri interessi. La guerra civile aveva ridotto a zero la fiducia reciproca. Valutazione I (al gennaio 1992) La crisi iugoslava ha ricordato bruta!- 51 mente alla Comunità che non è una superpotenza in senso politico-militare, anche se lo è sotto il profilo economico. I mezzi di pressione della Ce sono esclusivamente di natura diplomatica ed economico-finanziaria. Il mezzo diplomatico è stato costituito dal coerente tentativo di agire come mediatore tra le parti. Non procedendo al riconoscimento di Slovenia e Croazia si è esercitata una pressione su queste repubbliche, così come si è esercitata una pressione sulla Serbia non escludendo il suo riconoscimento. L'applicazione di questo importante strumento di pressione è stato purtroppo contestato da un unico Stato membro e ha perso così in credibilità. Con questa discrepanza tra potere politico ed economico le capacità della Ce ai fini della so1uzione e del controllo dei conflitti è deludente. Nel periodo trascorso si è riusciti solo con grande fatica, e unicamente nei documenti ufficiali, a mantenere una linea comune in materia di politica estera. Sul piano finanziario ed economico vi è stata molta più unanimità. Per chi sta al di fuori è stato tuttavia estremamente deludente che non si sia potuto ricorrere alle forze militari degli Stati membri per porre fine a una guerra civile. Solo una modesta percentuale della capacità Nato è adatta a questo tipo di operazioni. In sede di revisione della Nato non si rivolge sufficiente attenzione a tale aspetto. La Ueo è competente in linea di principio a intervenire al di fuori del territorio Nato, ma non rientra ancora sotto l'autorità della Ce. In un mondo in cui la tensione Est-Ovest è venuta a cadere e, grazie anche alla Csce, si può contare su una maggiore cooperazione, l'intervento militare per porre fine ai conflitti non deve più scontrarsi con tanti ostacoli. All'inizio delìa crisi in Iugoslaviala Comunità poteva dare tranquillamente per scontato che l'allora Unione Sovieticasarebbe stata d'accordo su un intervento militare. La discrepanza tra attese e possibili può avere conseguenze negative per la sicurezza internazionale. È pertanto necessario che la Ce disponga di una competenza concretamente esercitabile e democraticamente controllata nei settori della politica internazionale e militare. Finché non sarà così il mondo esterno saprà che la Ce è una tigre di carta.
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