mica, unione doganale (con la libera circolazione delle persone, dei beni e dei servizi), modello svizzero, modello Benelux, modello Ce vengono utilizzali piuttosto disinvoltamente. Solo con la Conferenza di pace dell'Aia si è esaminalo per la prima volta quali interessi economici e monetari siano ancora condivisi e in che modo si possa mantenere lo stato di diritto all'interno del territorio iugoslavo. Per i cittadini della Comunità il concetto di «indipendenza» è comunque lungi dall'essere chiaro. Le direttive ed i regolamenti della Comunità hanno infatti maggiore autorità delle Costituzioni degli Stati membri. I.:aspimzione alla «sovranità» ha da tempo ceduto il passo all'instaurazione di un ordinamento europeo, cui attribuiamo un valore considerevolmente maggiore. * L'instaurazione di tale ordine nel territorio iugoslavo, in conformità della visione dei partner, non potrà mai essere considerata come un obiettivo superato. Al riguardo si possono ventilare tante forme di autodeterminazione come si può osservare in altri paesi europei. Orientamenti per la politica della comunità Elemento centrale è l'instaurazione e il mantenimento dell'ordine internazionale e in particolare dell'ordine interno sul territorio iugoslavo, che è stato brutalmente violato da bande armate e da unità dell'esercito federale che agivano di propria iniziativa, e quindi illegalmente. La Comunità può chiedere alle autorità in territorio iugoslavo di attenersi alle norme illustrale al capitolo «autodeterminazione». D'altro canto, la Comunità deve muovere dalla premessa che la Jugoslavia nella sua vecchia forma non esiste più. La ricerca di una soluzione equa comporta: - una politica vigorosamente orientata alla prevenzione della violenza. Ciò significa un appoggio politico e a livello di personale e materiale allo spiegamento di forze della pace dell'Onu nelle zone di guerra e in quelle minacciale da conflitti, sia sulla terraferma che in mare. {)JI. BIANCO l.Xlt ROSSO iHi I iti) U I i lG(11~ iXii la centralità della democrazia e dei diritti dell'uomo. Il diritto allo sviluppo economico ne è una componente. La Ce dovrà quindi privilegiare nettamente, tra le varie forme di organizzazione delle relazioni inlra-iugoslavie, quella che offre le migliori garanzie per la realizzazione di tali diritti. Lo sviluppo di una mentalità e di una società democratica è almeno altrettanto difficile che l'introduzione di un'economia di mercato sociale ben funzionante; l'enfasi su una difesa equilibrata degli interessi delle Repubbliche e dei gruppi d1 popolazione interessati. Ciò significa un aiuto supplementare per quei partner che si trovano nella posizione maggiormente minacciala, segnatamente i gruppi di popolazione nelle zone dei combattimenti in Croazia, nelle regioni minacciale in Bosnia-Erzegovina, nel Kossovo e nella Voivodina; il rigoroso rispetto del principio di non discriminazione e il conseguente drastico controllo delle spinte etniche e nazionalistiche. L'aspirazione ad instaurare repubbliche o cantoni (in Bosnia) «etnicamente omogenei» è ignobile, nega i criteri essenziali che debbono presiedere alla fomazione di uno Stato ed è un'espressione di fantapolitica burocratica. Ciò non farebbe che aggravare enormemente il dramma umano in Iugoslavia. Qualora la Ce dovesse accordare un riconoscimento a questa aspirazione, la cosa sarebbe estremamente dannosa per i rapporti all'inter49 no della Comunità. C'è da sperare che l'Europa abbia imparato la lezione per quello che riguarda l'approccio etnico; la necessità che la Ce e gli Stati membri parlino con una sola voce. È in gioco la credibilità della Comunità. Gli Stati membri hanno ciascuno individualmente determinati interessi e determinate simpatie e antipatie nei confronti delle Repubbliche o regioni della Iugoslavia. Ciò offre ad altri, ed in particolare alle singole Repuboliche iugoslave, la possibilità di manipolare e di contrapporre gli Stati membri gli uni agli altri. La Iugoslavia non deve diventare una fonte di conflitto e sfiducia nella Comunità. Ciò indebolirebbe gravemente il ruolo della Ce quale fattore di pace; coerenza della politica nei confronti della Iugoslavia e di altre zone problematiche, per le quali si deve creare una politica comunitaria (Stati baltici, ecc.). Le differenze di approccio politico devono poter essere ricondotte a differenze di natura politica e di diritto internazionale. La politica europea deve essere chiara e affidabile. La politica della comunità per quanto concerne la Iugoslavia Gli inizi L'intervento della Comunita è stato inizialmente accolto con favore in tutte le Repubbliche. Esso viene visto come l'unica via d'uscila dalla situazione attuale. Il primo intervento rapido della Trojkacomunitaria è stato criticato da alcuni degli ambienti iugoslavi interessali, secondo i quali la Comunità si orientava troppo facilmente verso le possibilita di mantenere l'attuale struttura federale. D'altro canto i dirigenti politici europei, come pure il governo ungherese, ritenevano che non si dovesse fare nulla che potesse provocare un'intensificazione dei conflitti. La moratoria La moratoria di Ire mesi, a partire dal I 0 luglio, è stata accettata da tutte le Repub-
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