tre comunità religiose non hanno sortito finora alcun risultato. La Iugoslavia. diviene così nuovamente vittima del circolo vizioso della paura e dell'odio. Dall'unità alla disintegrazione Sotto il regime di Tito erano rimasti intatti alcuni fattori di coesione: - la situazione geografica in un unico territorio; - l'affinità linguistica; il sistema politico economico unico (imposto dall'alto e comunista); l'esistenza di un mercato iugoslavo e la reciproca dipendenza economica; l'idea della Iugoslavia come capofila dei Paesi non allineati e quindi la sua particolare posizione tra Est e Ovest; l'autorità di Tito come capo dell'esercito partigiano che aveva liberato la Iugoslavia, come fondatore della nuova Federazione iugoslava e come dirigente politico di statura mondiale; le due forze ad organizzazione centrale: la Lega dei comunisti e l'Esercito federale. I fattori di disintegrazione erano tuttavia sempre presenti e dopo la morte di Tito sono andati acquistando maggiore importanza: le crescenti disparità di benessere tra Nord e Sud (il Pnl pr~capite della Slovenia è attualmente quasi IO volte quello del Kossovo); l'aumento del nazionalismo e l'approccio etnico nelle Repubbliche; le gravi obiezioni di Slovenia e Croazia alla politica di investimento, di bilancio e monetaria della Serbia e del sud in generale; - la diversa misura in cui le Repubbliche si sono disfatte del comunismo, per cui all'interno della Federazione sono stati adottati, per così dire, tanto un regime politico «ungherese» quanto uno «rumeno»; il fatto che la maggioranza dei dirigenti politici si è formata all'interno del partito comunista o comunque nella sua sfera, e non è quindi abituata al gioco democratico delle concessioni reciproche. {)!L RI.-\~O l.XIL ROS...'-,0 i H lii 81)U I i iii (i)Ghii 47 Nel frattempo, dei fattori di coesione sono rimasti solo la vicinanza geografica e linguistica. I.:Esercito federale ha perso da tempo il suo significato come organizzazione unitaria, in quanto la sua credibilità come fattore imparziale è del tutto svanita. Non sussiste quindi più una base per un'autorità federale. Le sei Repubbliche dovranno cercare insieme una forma per le loro relazioni future. La Slovenia e la Croazia sono state le prime a dichiarare l'indipendenza, come forma ottimale di auto determinazione. Gli elementi radicali del movimento della Grande Serbia hanno visto in questa soluzione una possibilità di realizzare le loro aspirazioni, a condizione che le zone della Croazia in cui vivono i serbi vengano annesse alla loro Grande Serbia. Per la Macedonia e la Bosnia-Erzegovina si tratta di un'evoluzione molto preoccupante. Si temeva giustamente che gli accesi combattimenti in Croazia potessero facilmente debordare in Bosnia. Nel frattempo, anche la Macedonia e la BosniaErzegovina si sono dichiarate indipendenti e_hanno fatto sapere di tenere al riconoscimento come Stato indipendente. La Comunità europea ha tratto le sue conclusioni al riguardo. Autodeterminazione Il diritto all'autodeterminazione è un importante valore democratico, che può concretizzarsi in vari forme. In una società pienamente democratica tutti i gruppi della popolazione godono di tale diritto, senza che venga per questo compromessa l'integrità dello Stato. In effetti, elementi caratteristici di una democrazia pienamente sviluppata non sono solo l'organizzazione di libere elezioni ed un'equa ripartizione dei seggi parlamentari, ma anche il rispetto e la promozione attiva dei diritti delle minoranze unitamente ad una società organizzata pluralisticamente che non sia dominata dallo Stato o da un partilo. Il fatto che in talune repubbliche iugoslave si consideri che una posizione di minoranza sia per definizione una posizione minacciata dimostra che in tali repubbliche non si può parlare di un
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