Il Bianco & il Rosso - anno III - n. 31/32 - ago./set. 1992

i>lL BIANCO l.XILROSSO i•Xi®iltl questa coalizione, di cui parlavo sopra, alternativa laica alla Dc, ma non c'è nei fatti perché La Malfa non la favorisce, pensa ad altro, e perché il Pds non è in grado di farla, e quindi il Psi avrà pure fatto errori, sarà quello che si vuole, ma non so cosa si poteva fare di diverso. A questo punto d'accordo sull'urgenza del ricambio, ma devo dire che per ora, oggi, nei fatti, non lo si vede. CELLA Serve una sinistra postmoderna, che recuperi i suoi valori. e tra essi il lavoro La domanda di Camiti sui rapporti tra sinistra ed economia induce a ricordare che «mala tempora currunt», in Italia e altrove nel mondo per la sinistra. È una conseguenza - come diceva Baget Bozzo, - del crollo del comunismo, ma anche - come diceva Mancina - della crisi o della fine dei tradizionali soggetti che avevano sostenuto la sinistra europea, non solo di quella comunista, ache di quella socialista e socialdemocratica. Il Welfare entra in crisi non solo perché costa troppo, perché le casse degli Stati sono squinternate, ma anche perché esso, così come era stato pensato dai riformisti socialdemocratici europei non interessa più a nessuno, perché manca quel soggetto per cui era stato pensato e che era una grande classe operaia, lavoratrice, omogenea, con uguali bisogni. Oggi quel soggetto lì non c'è più. E a chi c'è il Welfare, così com'è, non va bene. Entra in crisi sia da parte dell'offerta dei servizi, che da parte della domanda. A questo punto la sinistra, - uso per chiarezza un aggettivo che non mi piace, - deve diventare una sinistra post-moderna. E cosa vuol dire una sinistra post-moderna? Faccio un esempio per tentare di spiegare. È quello delle primizie ortofrutticole. La società premoderna aveva le primizie - erano rarissime e costose -, la società moderna ha reso possibile una diffusione maggiore delle primizie, con l'invenzione delle serre e altro. La società post-moderna ha diffuso al punto tale le primizie che le vere primizie non esisistono più. Oggi andate a comprare le ciliegie dal fruttivendolo e le prendete in ogni momento dell'anno a prezzi ragionevoli; prendete le pere del Sud America e altro; di fatto le primizie non esistono più. Uno, di fronte a fenomeni di questo tipo, può as40 sumere atteggiamenti negativi o positivi, ma questa è la realtà. Uscendo dall'esempio, pensate che la sinistra pre-moderna è stata quella che era fondata sulla solidarietà, sulle piccole Leghe. Lo Stato non c'era, ed essa non lo voleva. Addirittura rifiutava il suo intervento, perché era lo Stato della borghesia. Poi dopo le masse proletarie, e i grandi partiti socialdemocratici, siamo arrivati ad una sinistra moderna, che ha fatto leva sullo Stato ed ha vissuto sull'intervento pubblico, per la riforma dell'economia e della società. La sinistra post-moderna deve imparare a fare a meno dello Stato, in molti casi. E questo è molto difficile. BETTIZA Il termine post-moderno significa comunque, concettualmente, anche recupero. CELLA Benissimo.Bettizami aiuta a far vedere questo. Infatti se noi guardiamo nell'architettura post-moderna troviamoil superamento dello stile razionale - chiamiamolocosì - per cui c'è una diversificazionemolto maggiore, ma c'è anche un recupero, accanto a elementi molto innovativi, della tradizione. Ora mi viene in mente che per molti aspetti le Leghe sono una destra post-moderna, perché unificano da una parte molti elementi tipici, ma innovatori, della destra di questi ultimi dieci anni, e perciò sono antistato, antiguelfe, e antitasse. Movimenti così si sono visti in Danimarca, negli Stati Uniti, e anche in Francia ... E d'altra parte noi troviamo nelle Leghe anche il ripescaggio di cose che fanno rabbrividire, per molti aspetti, ma che appartengono alla tradizione. Io continuo a ritenere che quel Carroccio, quell'Alberto da Giussano, con la spada puntata, il ritorno degli scudi, questi elementi un po' da melodramma di teatro di provincia, o da vecchio oratorio, fanno pensare a questo recupero. La Lega, vista così, può avere un futuro, perché è un movimento post-moderno, è una destra post-moderna. E questo cosa vuol dire per la sinistra? Vuol dire che occorre pensare al risanamento finanziario. Oggi questo, che è sempre stato un tipico settore di attività della destra, deve essere assunto come suo dalla sinistra. Vuole dire che occorre pensare al rafforzamento e al miglioramento della cittadi-

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