Il Bianco & il Rosso - anno III - n. 31/32 - ago./set. 1992

{)jJ. BIANCO l.XILROSSO i•X•®iltl BAGETBOZZO Non c'è un modello economico alternativo. Eda noi non esiste neppure un vero ricambio politico Se si parla di economia, bisogna ricordare che siamo nel '92, e quindi in un sistema europeo, con regole doppie, cioè da una parte libero mercato, e dall'altra acquisizioni sociali, il che vuol dire che in qualche misura - se prenderemo l'Europa come modello - non sarà possibile perseguire il libero mercato senza garantire una certa tenuta delle parti più deboli del mercato stesso. Questo è il modello europeo, in sostanza. Noi siamo forse tardi recettori delle direttive e dei rilevamenti Cee, però credo che questo, ad un certo punto, si imporrà anche da noi. Noi abbiamo, in questo campo, un problema, che credo rimarrà: quello del Mezzogiorno in cui, ovviamente, resterà la questione dell'intervento straordinario dello Stato. Non basterà. Per questo, l'intervento ordinario. Non vedo perché dobbiamo ora stare a cercare un nuovo modello economico. Non c'è, tra l'altro, nessun pensiero politico e nessun sistema economico che proponga modelli. A me pare che la crisi delle teorie economiche come teorie generali, sia fondamentale. Quindi non mi pare che possiamo cercare una terza via che sia caratteristica della sinistra, come pare suggerire la domanda di Camiti. Quanto al problema dell'etica pubblica, e della corruzione, in fondo non ci sono regole da mutare su questo piano. Certo, esistono sia le regole che riguardano la morale pubblica, che si può dire che sia laica nel senso che questa parola è nata nel mondo laico, ma io non credo che non esista un'etica pubblica cattolica. Esiste, eccome, basta capire cosa si intende per essa. Traetica cattolica ed etica laica c'è sempre il fatto che nell'etica cattolica il fondamento è visto come oggettivo, e invece nell'etica pubblica laica esso è sempre conse - suale. Quindi la differenza dei due sistemi è che per uno la conoscenza della verità è il bene oggettivo, per l'altro il consenso è la stessa origine del bene. È la differenza dei due sistemi, ma di fatto ambedue poi, nella prassi, sono molto vicini. Allora io devo dire che capisco che esista un problema politico, ed è il problema del ricambio politico, appunto. E questo ricambio oggi non mi pare una cosa facilissima. Occorrerebbe, perché 38 esso fosse fattibile, una legge elettorale che garantisse un premio di maggioranza. Si potrebbe, nei fatti, avere una coalizione, poniamo Psi-Pds, che fosse maggioritaria rispetto ad una coalizione DcPri, ma non mi pare che, - in questo momento -, una coalizione di sinistra sia proponibile. Mi pare come tale impopolare. È un fatto che la crisi del comunismo ha messo in difficoltà ovunque le socialdemocrazie. Dalla Svezia alla Germania, all'Inghilterra, alla Francia una delle conseguenze della fine del comunismo è, curiosamente, la crisi radicale di ogni indirizzo socialdemocratico, sicché anche l'idea di federare Psi e Pds, in senso socialdemocratico parrebbe fallimentare. Gli schieramenti di sinistra in Europa sono in crisi, sono rimasti al potere solo quelli francesi e quelli inglesi... È la crisi socialdemocratica a livello europeo, e siccome la socialdemocrazia non esiste che in Europa, possiamo dire a livello mondiale. In questo contesto quando si pensa al ricambio, da noi, bisognerebbe dire che sarebbe desiderabile un'alternativa Pri-Psi-Pds, in qualche modo un'alternativa laica. Questa potrebbe essere un'alternativa al partito cattolico, ma mi pare difficilmente configurabile, perché ovunque arrivi La Malfa in realtà creiamo un blocco di centro-destra cattolico/laico che possa bilanciare la sinistra. L'idea di Segni è per quella unità Dc e repubblicani, e con gli altri omogenei. È un punto preciso, uno schieramento di destra, quello dell'idea di Segni, la quale, chissà perché, passa per un'idea di sinistra, ma è la vera proposta della destra. Lo chiedevo mesi fa ai democristiani, come mai ammettessero tra loro ancora uno come Segni, e Forlani e Malfatti, buonanima, mi rispondevano: «È amico nostro!», ma per me era già evidente che nella sua strategia cambiava tutto. Oggi è la Chiesa a preoccuparsi di Segni, sono i Vescovipreoccupati di Segni che cioè possa rompere ben più di Orlando l'unità dei cattolici ... Quindi io credo che sarebbe molto importante chiarirci, su questo punto, anche le idee. In questo caso questo ricambio concorrerebbe a determinare una possibile coalizione laica non di sinistra, ma di centro, alternativa al partito cattolico. Solo in questo caso potrebbe essere vincitrice, perché un'alternativa socialdemocratica sicuramente in Italia non lo è. Questo potrebbe battere le Leghe, forse, perché sia il sistema democristiano che quello comunista,

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