Il Bianco & il Rosso - anno III - n. 31/32 - ago./set. 1992

,,{)_tJ. BIANCO l.XILROSSO i•Xi®•MII mistica è diventato un partito che non si sa più che cos'è, a che area appartenga. Appartiene veramente il Pds ad un'area di sinistra laica, oppure appartiene ad un'area di sinistra cattolica? È più vicino a De Mita o a Craxi? È più vicino a qualche frangia di Comunione e Liberazione? È più vicina alla Rete di Orlando o nell'interazionale socialista a cui vorrebbe approdare? Noi abbiamo qui a che fare con una bestia politica - il Pds - che non sappiamo dove collocare in questo momento. Per contro il partito socialista con tutti gli errori, con tutte le deviazioni ed altro, ha comunque tracciato una linea che andava verso il recupero in Italia di una vecchia tradizione socialista che direttamente si collegava ad una tradizione socialdemocratica occidentale, critica verso il comunismo storico ed ansiosa di poter coagulare intorno a sé un vasto fronte laico e socialistico, diciamo liberalsocialista, alternativo al potere democristiano: potere in gran parte - oggi in parte sia pure ridotta - molto più vicino, nella sostanza, ai comunisti che ai socialisti. Ora, secondo me, il fossato nella sinistra si è spalancato ancora di più. La demonizzazione di Craxi ha raggiunto fra gli ex comunisti dei diapason di irrazionalità, di metafisicità tali che si vede la possibilità di una ricomposizione ambigua tra Psi e Pds soltanto sul suo cadavere politico: e ciò è assurdo perché ciò nega la sostanza precorritrice del mutamento democratico e occidentalistico del Psi che senza Craxi non sarebbe quello che è. 2. La crisi italiana e il problema della «moralità» della politica. CARNITI Vorrei che affrontassimo ora il problema della moralitàpolitica che è un aspetto gravissimo della crisi italiana. Lo scandalo delle tangenti miliardarie ed il coinvolgimento di tutti i partiti dovrebbe far capire che la questione morale è, innazi tutto, questione politica perché attiene alla natura ed alla dinamica del sistema e non (o non solo) alla moralità dei singoli individui. Non a caso questo scandalo ha messo in evidenza che il cosidetto «sistema di potere democristiano», in realtà era il sistema di potere: della Dc; di chi ha governato con la Dc; degli oppositori della Dc. Tra i meriti del giudice Di Pietro c'è, dunque, quello di aver fatto concretamente capire agli italiani cos'è stato il consociativismo. Si può senz'altro dire che laprofondi25 tà, la sistematicità, la pervasività dell'intreccio politica ed affari è anche il prodotto di un sistema politico senza ricambio. È, del resto, una legge dinatura. Se l'acqua scorre è limpida, se ristagna imputridisce. I sistemi senza ricambio sono per forza di cose più immorali. Il risanamento morale presuppone quindi una risposta politica, a cominciare da un cambiamento delle regole istituzionali. Avremmo bisogno di riforme istituzionali non che consentono, ma che inducono l'alternanza. Questo per me, oggi, significa elezione diretta del capo dell'esecutivo a tutti i livelli (comunale, provinciale, regionale, nazionale). Come ci si può arrivare? Ed ancora le riforme elettorali, delle quali molto si parla in questo periodo, aiutano davvero la riforma complessiva del sistema, o invece, come io temo, se sganciate da precisi obiettivi di modifica istituzionale, finiscono solo per imbalsamarlo? Vorreiaggiungere una cosadetta da Kelsen e che mi pare significativa per il caso italiano. Dice Kelsen: «Un sistema istituzionale ha bisogno di riforme radicali quando non è più capace di decidere. Ma la decisione più grave e più difficile è proprio quella di riformarsi o non riuscirà mai a prenderla. La soluzione può venire solo da un urto traumatico dall'esterno. Da una nuova classe politica che senza complimenti mandi a casa quella vecchia e tenti di ricominciare da capo». Che ne pensate? È questo che si deve fare per rivitalizzare il sistema politico italiano? BAGETBOZZO La corruzione : un male antico come la Repubblica. Ora vanno riformati i partiti Mi era rimasto qualcosa da dire su1la crisi del comunismo. Ho sostenuto che essa è un grande evento storico, perché il comunismo ha avuto un influsso ben più ampio degli stessi partiti comunisti. Basti pensare a quello che ha avuto sulla Democrazia Cristiana, o sulla Chiesa. Si potrebbero analizzare tutte le profonde influenze che di esso ci sono state. Io ricordo gli anni '40 quando tanti sostenevano che era chiaro che la svolta politica andava da sé verso la classe operaia. Eravamo in piena concezione classista. Del resto non si può non tener conto di ciò che è il comunismo. Intanto l'origine è un'idea cristiana, e poi il comunismopassa attraversoMarx, co·nvolge l'eredità di Hegel e Rousseau, cioè tutto un filone del pensiero occidentale. Quello che muore con il comunismo è una parte fortissima della

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