Il Bianco & il Rosso - anno III - n. 31/32 - ago./set. 1992

,{)_{I.BIA!\CO lXttROSSO liX•#Jiltl CARNITI Bettiza, che cosa hai colto in questo primo nucleo di questioni sulle quali stiamo riflettendo? BETTIZA Anche da noi è entrato in crisi il «partito unico» La crisi italiana è indubbiamente - più che in altre società od·in altri Stati dell'Europa Occidentale - direttamente collegata ai fenomeni della perestroika generale dell'impero ex sovietico, e parlo non soltanto della ex Unione Sovietica, ma parlo di tutti i paesi dell'Europa Centro-Orientale. Direi che in questo paese di frontiera non solo geografica, ma di frontiera in senso strutturale e politico, in senso economico, in senso ideologico che è l'Italia, i riflessi che il terremoto della perestroika ha avuto siano giunti più velocemente e più direttamente che in qualsiasi altro paese dell'Occidente. Indubbiamente le conseguenze del crollo del comunismo è ricaduto in maniera precipua sul partito comunista ma, secondo me, c'è stata anche una ricaduta non solo sugli altri partiti storici italianima sull'intero sistema politico italiano il quale, se voi lo guardate, è quello - nel mondo Occidentale - che presenta più caratteristiche simili ad una società di tipo collettivistico, di tipo «sovietico». Per quaranta/quarantacinque anni, con l'astuta contrapposizione comunista nei confronti del potere democristiano, con quello che è stato da sempre chiamato il bipartitismo fmperfetto poi perfezionatosi nel consociativismo perfetto, noi abbiamo avuto in Italia una sorta di partito unico pluralistico. Cos'è in fondo la partitocrazia se non una specie di partito unico pluralistico? E le tangenti che cosa dimostrano? Per me non è un fatto né di corruzione individuale né di corruttori individuali; è un fatto sistemico, è un fatto strutturale, che non riguarda nell'intimo né la moralità dei privati né la moralità dei partiti. La tangente è la comprova che c'era un partito unico che pluralisticamente si divideva i mezzi di sussistenza per perpetuarsi. La tangente è questa, vista in profondità. Vista giornalisticamente, in superficialità, è una porcheria. Fallimento economico e criminalità Accanto al partito unico pluralistico abbiamo avuto una struttura economica in cui il settore pubblico, con una sua precisa nomenclatura pubblica, ha avuto una dilatazione che non si riscontra 24 altrove in Occidente. Il debito pubblico, il buco del bilancio: ebbene, tutto ciò assomiglia molto alla decomposizione economica-finanziaria dei paesi dell'Est piuttosto che di altri paesi dell'Ovest. Io metterei anche il fenomeno della mafia, anche il fenomeno dei corpi criminali separati, perché tali sono, nel complesso sistema del partito unico pluralistico e di economia in parte collettivizzata che caratterizza il para-sovietismo italiano. Se accettiamo l'ipotesi che veramente l'Italia abbia avuto dei connotati di tipo «sovietico», dobbiamo subito, conseguenzialmente, accettare il fatto che il crollo dell'Est ha direttamente colpito, al di là del partito comunista, tutto un sistema che assomigliava in forma occidentale a quello orientale. L'ostacolo verso l'alternativa: i ritardi del Pds A questo punto, facendo un piccolo salto logico, mi collego a quello che diceva Tamburrano. Egli diceva che l'unica cosa che avrebbe potuto assicurare un ricambio democratico, purificatore dell'asfittico sistema italiano, sarebbe stata una nuova consociazione dei socialisti con i comunisti od ex comunisti anziché la vecchia consociazione dei comunisti con i democristiani. Ma questa nuova compagine di sinistra non è nata. Perché? Perché stranamente i comunisti per lungo tempo, più dei socialisti, si sono dimostrati conservatori e difensori del vecchio sistema del partito unico pluralistico. Di Craxi si potrà dire quello che si vuole, ma il suo ruolo storico - dopo il Midas - dal '76 in avanti è un ruolo quasi eversivo e dirompente di un certo schema politico italiano. Craxi destabilizza completamente la vecchia situazione italiana e non a caso vediamo insorgere contro di lui comunisti, democristiani, gruppi editoriali, lobbies finanziarie. Il fenomeno craxiano che è stato a modo suo, rispetto al sistema consociativo, compromesso storico eccetera, un fenomeno destabilizzante. I conservatori insorgono e sono i De Mita, sono i direttori dei giornali-partito, sono prima Berlinguer, poi Occhetto che mette sempre più in difficoltà fino ad espellere quell'area di cerniera con i socialisti che sono i riformisti e che da qualche giorno non sono neppure più rappresentati al vertice del Pds. Dalla vecchia conflittualità tra comunisti e socialisti, che data dal '76, alla attuale situazione, vediamo che il fossato purtroppo si è approfondito anziché colmarsi. Oggi abbiamo un partito ex comunista, il «partito della sinistra», che scaricate la zavorra rifar-

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