Il Bianco & il Rosso - anno III - n. 31/32 - ago./set. 1992

~.U-BIANCO lXILROSSO lh•#hliitl va dall'800 al '900, e costituisce questo radicamento del partito nello stato/nazione.Essi quindi trovano la loro crisi attuale anche nella crisi dello stato/nazione,in ciò che si diceva la fine di una funzione nazionale, la mancanza in questo momento di un soggetto che riesca ad essere effettivamente nazionale. Rispetto a questo non so quali siano le prospettive; certo la prospettiva che oggi sembra più evidente è quella catastrofica di una divisione dell'Italia in aree con soggetti politici diversi, appunto la Lega al Nord, il Pds o comunque una forte presenza politica di sinistra al Centro, e la Dc ed il Psi meridionalizzati al Sud. Non è detto poi che le cose vadano veramente in questo modo. Può darsi che si riesca a formare, o a riformare - quindi a trasformare - il nuovo soggetto nazionale. Questo dipende dal tipo di patto costituzionale, quindi di forma di stato che si riuscirà a definire in questi anni. Credo che sia questa la questione veramente aperta davanti a noi e temo che i partiti italiani stiano perdendo questa sfida, che stiano perdendo questo appuntamento storico ... GENNARI Politica in crisi. Chi riempie il vuoto? Vorrei chiedere. Ma questa riduzione dello spazio della politica, lei ha detto, «non necessariamente porterà alla fine dei partiti». E tuttavia, come si dice, la natura ha paura del vuoto. Oggi, in Italia, questa riduzione della politica da chi e da cosapuò essere riempita? Perché si parla di partiti trasversali? Si parla di «lobby»? Lei, Mancina, che ne pensa? MANCINA: Mi pare che il vuoto ancora non sia veramente riempito. Sicuramente si esprimono delle tendenze, che sono appunto a poteri forti, che però non sono più soltanto poteri dell'economia - questo deve essere chiaro -, ma sono anche poteri dell'informazione, per esempio, che oggi in Italia hanno una funzione propriamente politica, cioè di indirizzo politico del paese in varie forme. lo credo che in questo quadro, in gr n parte negativo, ci siano anche degli aspetti positivi, cioè si affacciano qua e là delle forme di autorganizzazione della società. Giustamente il Professor Cella prima diceva: «Nel nostro paese c'è poca società dietro la politica». Mi pare che in questa crisi 20 della politica si mostrano invece delle forme di autorganizzazione della società che potrebbero avere un ruolo positivo. lo, insomma, tendo ad evitare visioni catastrofiche. Anche nell'ipotesi peggiore - io penso ancora che ci sia qualche cosa da fare - non credo che saremmo alla fine della politica, saremmo alla fine di quella politica che abbiamo conosciuto e probabilmente a forme di organizzazioni diverse nella politica. CELLA Una battuta sola su questo. Secondo me dopo il predominio dei partiti sulla società la crisi attuale ha fatto irrompere, di fatto, la società all'interno del sistema politico. Perciò abbiamo avuto segnali molteplici di politicizzazione di corpi intermedi della società; gli imprenditori che hanno assunto posizioni politiche dirette - fatto nuovo nella vita politica di questo paese -, e poi alcuni settori delle Forze Armate, la Magistratura, la Chiesa in alcuni momenti nei tempi della Guerra del Golfo, «La Repubblica», come organo di stampa ...Sono tutti segnali che in una situazione di questo tipo la società tende ad irrompere -, non solo a dialogare con le giuste mediazioni pluraliste -, nel sistema politico. CARNITI Se la cosa, però, avviene senza canali di comunicazione corretta, si crea una generale confusione ... CELLA Certo. L'effetto è proprio questo. Segnale della crisi è, una sorta di politicizzazione dei corpi intermedi. .. TAMBURRANO Il comunismo è finito, ma ... lo sono più d'accordo con Mancina che con gli altri interventi. Credo che la fine del comunismo in Italia ha certamente prodotto alcune conseguenze, ma l'effetto disastroso, - di cui parlava Cella -, l'ha prodotto solo per il Pci, per dimostrare che il crollo del comunismocade sul comunismo.Anche nei paesi dell'Est il crollo del sistema ha trascinato con sé la società intera, le strutture oltre che le sovrastrutture. L'unico ad essere veramente disastrato, in Italia,

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