Il Bianco & il Rosso - anno III - n. 29/30 - giu./lug. 1992

,{)li-~ BIANCO '-XII~ ROSSO INTERVENTI Il sindacatoggi: tratalentei disgrazie L e relazioni sindacali sono oggi sottoposte a spinte contrapposte: da una parte il bisogno di cambiare e quindi di fare proposte innovative, ma dall'altra parte anche la paura del nuovo e quindi un freno al rischio di osare troppo. Sul crinale di queste differenti spinte viaggiano sia le organizzazioni sindacali dei lavoratori che quelle degli imprenditori. Le difficoltà nel sindacato emergono nel formulare la piattaforma unitaria per il negoziato riaperto dal Ministro Marini il 2 giugno scorso; ma anche le organizzazioni imprenditoriali sono combattute dal dubbio fra incentivare le relazioni a livello periferico e privilegiare la tradizionale centralizzazione contrattuale. Ci sono poi altri dubbi che riguardano il momento in cui collocare l'informativa sindacale e la decisione concordata (o codecisione) sulla gestione degli effetti dei di Giovanni Avonto programmi di ristrutturazione. Nel sindacato, come in Confindustria o in Fiat, c'è chi pensa che sia piu agevole procedere in base al rapporto di forza (unilateralità nella maturazione delle decisioni aziendali ad efficacia dei processi di contestazione di quelle decisioni). Dunque fare avanzare le relazioni sindacali verso livelli ed esperienze di maggior corresponsabilizzazione delle parti sociali può risultare una scommessa per la quale non tutti intendono spendere le proprie carte. Eppure questo è l'unico terreno su cui sia possibile definire le regole per governare i complessi processi che riguardano oggi tanto le fasi di sviluppo quanto quelle di crisi. L'informalitàestrema e l'assenza di affidabilità reciproca nell'accettare il rischio delle regole comuni, porta a un riazzeramento continuo delle esperienze e dei modelli su cui erano state costruite. Vediamoqualche esemplificazionepiù in dettaglio. 78 Oggi Cgil e Cisl si differenziano perché la prima pensa esclusivamente a difendere gli istituti contrattuali esistenti, mentre la Cisl corre al futuro senza preoccuparsi dei passaggi intermedi. Per trovare un progetto comune è necessario che tanto la Cgil quanto la Cisl facciano un passo indietro rispetto alle loro posizioni. Per esempio la Cgil deve abbandonare l'idea del «riallineamento» ossia del riaggancio all'inflazione reale della parte di salario che vuole indicizzata; e la Cisl deve anche pensare al meccanismo concreto di tutela degli attuali contratti e di concorso alla discesa dell'inflazione (questo meccanismo mi pare possa essere solo quello suggerito da Tarantelli). Il vero problema è pervenire a un'in flazione del 4%, dopo di che si può mettere da parte la scala mobile, e istituire solo delle clausole di salvaguardia. Varrebbe la pena di richiamare l'impianto della proposta Tarantelli, che sosteneva il possibile «conguaglio annuale» e non il «riallinea-

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