invocando miracoli, basati su fondamentalismi e da pentitismi a volte di dubbia consistenza. Il giusto e legittimo desiderio di giustizia e trasparenza, se sostenute solo da pentitismo e fondamentalismo può produrre anche risultati pericolosi tipici di società autoritarie dove la caccia alle streghe (oggi sarebbe la caccia ai politici) o dagli all'untore (oggi sarebbe l'amministratore pubblico), diventerebbero gli unici rimedi per appagare la coscienza collettiva, con buona pace della giustizia vera e della modifica delle regole sulle quali è stato possibile costruire un sistema contemporaneamente corrotto ed inefficiente. I mali ci sono e sono gravi. Per questo si pone per ogn'uno il dovere di rispondere con onestà e rigore alla domanda: cosa fare? Prima di rispondere però sarà opportu - no ricordare a tutti che l'Italia ha sì gravi problemi da risolvere, ma è anche un grande paese e non la periferia dell'Europa. Sono troppi coloro che, pur essendo complici e responsabili anche dei difetti e dei mali del nostro sistema, si addestrano più nello «sputtanamento» che nella indicazionedegli interventi necessari a costruire una democrazia più efficiente, trasparente, fondata su responsabilità dirette e visibili. Al cosa fare occorre rispondere con umiltà, consapevoli delle difficoltà che vi sonoe della necessità di coinvolgere, se si vuole mantenere la democrazia forte, nel cambiamento non solo «gli addetti ai lavori» ma la gente. Sarà un luogo comune, ma bisogna ripartire dai valori offuscati in questi ultimi anni da tante cose. Per esempio il concetto di solidarietà è statospesso posposto al successo e al look personale che, nella società dall'apparire più che dell'essere, è diventato, purtroppo, un «valore». Lostesso si può dire per chi si candida per essere eletto in una istituzioneo per assumere responsabilità pubbliche. In questi anni si è sempre più diffusa la tendenza a farsi eleggere più per il desiderio di appagamento personale che per la città, la regione, lo Stato. Ilprivatoha sostanzialmenteprevalso sul pubblico. Occorre tornare ai valori, alla solidarietà, all'etica, alle capacità personali al ser- {)JL BIANCO lXtLROSSO ih•#hMil ... :: ,'.•: ... : .: .. :· :.~::_ ..:.,</~?'.~~ _, \: • • ·, I (;.~/.: ._ • _:::1 ~-:.-. r::- - ~~~ .- ,. .- '• :: ;,,,, .. - "' ·. ---;;::· ~·-:.·-: ~ ~~--~-.:~ ·.~ :· . . -• .. ::::_ ....... ------· r----<'odl: . ( ~-- :::::-··· . ) - - .' ~-.·. ;;:::: --· - , ;;f- .-.~-·' --df.t-: \ \ --- . . . -· ;;,;:. ~~-- ~~-~-:~-\[' •. ·, ' vizio di interessi più generali (Stato, partito, impresa, associazione, città, ecc.). Bisogna partire dalla riforma del sistema intervenendo in tre direzioni: 1)responsabilizzare i vari livelli istituzionali procedendo alla elezione diretta del Presidente della Repubblica, del Sindaco e delle maggioranze di governo; 2) modificare il sistemaelettorale consentendo al cittadino di poter scegliere evitando di favorire l'aumento dei costi delle campagne elettorali come è avvenuto con la preferenza unica e salvaguardando la «parità di tutti i cittadini» nei contronti della legge che sistemi troppi costosi potrebbero introdurre; 3) separare le funzioni di indirizzo e di decisione, che devono restare a livello politico, da quelle gestionali che devono essere chiaramente affidate, con responsabilità, alla burocrazia evitando semplificazioni che la storia e la cronaca hanno già dichiarato prive di fondamento come quella che farebbe dei tecnici persone meno corruttibili dei politici. In un sistema riformato i partiti devono 57 tornare a produrre politica, cercando di capire i problemi delle società moderne, integrate, mondializzate; individuando le soluzioni più compatibili con la tutela dei diritti fondamentali dei cittadini del proprio e degli altri paesi. Più politica e più capacità di selezione dei gruppi dirigenti sono le risposte ai problemi che abbiamo oggi; consapevoli che la società del duemila, proprio per le sue complessità, avrà bisogno di forti capacità politiche a tutti i livelli. Per politica si intende capacità di coniugare, in un quadro generale i tanti problemi economico, sociale, civile, che si pongano e che, proprio il sistema democratico, ha affidato alla definizione delle assemblee elettive e dei governi. Per questo continuo a ritenere indispensabile la presenza legittima di «professionisti della politica». Come in tutte le attività umane non ci si improvvisa professionisti, lo si può diventare solo dopo un duro e faticoso tirocinio che non può essere liquidato, soprattutto dai molti che per anni hanno pensato solo a se stessi, magari arricchendosi, come una professione della quale si potrebbe fare a meno. Una forte domanda di politica con la P maiuscola, un sistema riformato, impongono la riduzione dei partiti e il restringimento del loro ruolo in ambiti più consoni ad una democrazia adulta e matura. Aver meno partiti con minori poteri, è necessario anche in relazione alla questione relativa al finanziamento della democrazia· e dei partiti. Solo un sistema di responsabilità chiare e con un numero limitatodi partiti può consentire di modificare l'attuale situazione,introducendo due criteri sostitutivi all'attuale finanziamento pubblico o occulto dei partiti. Si tratta di sostituire al finanziamento pubblico in denaro un finanziamento misto, servizi e denaro, accompagnato dalla legittimazione assoluta dei finanziamenti privati da parte di singoli cittadini, lobby, associazioni, imprese ecc. Sarà anche necessario ridurre il costo della politica e dei partiti. Taleoperazione è possibile, anche se non semplice e facile, se si saprà indurre i partiti a tornare ad occuparsi di politica, dei problemi della gente e non delle raccomandazioni, delle tessere, o degli appalti come primaria occasione di finanziamento.
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