Il Bianco & il Rosso - anno III - n. 29/30 - giu./lug. 1992

liana, e soprattutto spingano i partiti ad un impegno profondo di rinnovamento. Nella discussione sui nuovi programmi di governo non potrà quindi non essere dato adeguato spazio al problema della riforma della politica, proprio perché affrontare questi temi significa dare all'azione dei partiti una nuova dimensione etica di cui i cittadini dimostrano di sentire profondamente il bisogno. Del resto, la stessa elezione di Oscar Luigi Scalfare a presidente della Repubblica è il sintomo di questa ansia di correttezza e di legalità che pervade il paese, particolarmente in un momento in cui gli uomini dello stato devono affrontare una criminalità organizzata la cui ferocia e spietatezza non ha più confini. Di fronte a questa situazione può essere determinante una strategia di ripresa democratica ed una battaglia per cambiare il sistema dei partiti, della quale il Psi può e deve farsi protagonista. Ma come attuarla? In primo luogo, occorre lo sviluppo di una campagna per l'approvazione di una legge generale di riforma dei partiti, del loro funzionamento, del loro finanziamento, nonché della trasparenza delle campagne elettorali. Chi scrive è da anni promotore di una legge in tal senso, che non è mai stata discussa dal Parlamento, ed io credo che sia significativoche una tale proposta - la cui prima presentazione risale al 1984- sia venuta proprio da un socialista e molti anni prima che la questione moraleemergesse in modo tanto impellente. Ora non si può attendere oltre. In secondo luogo, bisogna impedire lo sviluppo di un processo di divisione e di decomposizione dei partiti a livello locale, come quello rappresentato già nelle ultimeelezioni dalla preferenza unica. In tal sensooccorre ristabilire una identificazione tra candidati e partito attraverso l'istituzionedi collegi uninominali a doppioturno, secondo il sistema francese, accoppiandoquesta riforma a misure di rafforzamento dell'esecutivo per compensare il pericolo di un Parlamento più instabile proprio del sistema uninominale. I partiti ne uscirebbero profondamente ristrutturati, mentre i loro apparati sarebbero alleggeriti con lo stabilirsi di un rapporto piu diretto tra iscritti ed elettori. Mi sembra poi necessario che i partiti, sappianoritrovare e ricostruire quell'impe- .{)Jt BIANCO lXILROSSO 1111 ® 1111 gno culturale ed ideale che, con la crisi delle ideologie, si è andato affievolendo. Le conseguenze della fine del conflitto est-ovestcon l'esplodere del problema delle nazionalità, il rapporto stato - mercato, pubblico - privato, l'emergere di una società dei due terzi, l'esplodere del problema dell'immigrazione, sono tutti fattori che 55 non hanno ancora formato l'oggetto di una riflessione seria e approfondita. I partiti hanno reagito a queste difficoltà di fondo e a questo impoverimento culturale aggrappandosi alle istituzioni ed occupandole in modo direttamente proporzionale all'indebolimento della vita interna e del dibattito dei partiti stessi. Per ricostruire una iniziativaculturale dei partiti, occorre allora ripartire dai valori e ciò è tanto più importante nel momento in cui esplode la questione morale, a cui bisogna dare una risposta adeguata se non si vuole che il sistema dei partiti subisca un indebolimento veramente grave. Per il Psi in particolare occorre bandire la cultura del rampantismoe proporsi di essere invece il partito della società giusta, cioè di una società che rifiuta da un lato le ingiustizie sociali e le povertà ma dall'altro anche le stratificazioni sociali, gli sprechi, i parassitismi, gli assistenzialismi senza costrutto, le vere e proprie rapine del denaro pubblico. Cultura della società giusta significa da un lato l'accettazione di limiti al comportamento individuale in funzione del conseguimento di determinati livelli della vita civile, dall'altro disposizione a un leale contributo fiscale in rapporto all'efficienza e alla trasparenza, degli apparati pubblici nonché affermazione di una reale uguaglianza delle opportunità di partenza per i giovani. Cultura della società giusta, riforma elettorale e riforma della politica nel senso della trasparenza e della correttezza sono le basi su cui si può effettivamente ricostruire quel rapporto di fiducia tra le istituzioni e i cittadini che è indispensabile per sostenere la complessa e difficile opera di risanamento del paese che va compiuta nell'immediato futuro. Quello che colpisce dopo lo scandalo di Milano è il senso di scoramento che ha pervaso tanti onesti militantidi vari partili, che si sono sentiti all'improvviso come privati di una molla interiore di impegno e di motivazione. A questi dobbiamo rispondere con le parole e con i fatti, senza perdere ulteriore tempo prezioso e valorizzando, per acquisire credibilità, quello che, malgrado tutto, si è fatto o si è proposto anche nei partili, anche nelle istituzioni per trasformare al più presto la questione morale in riforma della politica.

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