Il Bianco & il Rosso - anno III - n. 29/30 - giu./lug. 1992

lia elezioni primarie attraverso le quali i cittadini, anche stranieri, compiuto il sedicesimo anno, potranno designare propri rappresentanti per la tutela dei diritti all'interno dei congressi regionali del Movimento, che invieranno, a loro volta, rappresentanti al congresso nazionale. Durante i quattro anni intercorrenti tra una elezione e l'altra i cittadini eletti nei distretti federativi svolgeranno la propria azione per atture il progetto concreto di un vasto sistema di controlli, interventi, azioni formative e quanto ~JLBIANCO lXILROS.SO iit•®iiil altro sia necessario per rilanciare il cittadino comune come sovrano pratico di questo paese, contro vecchie e nuove forme di sudditanza. Questo esperimento che noi offriamo alla società italiana mira a porre le basi per la costruzione di una democrazia dei diritti, dei doveri e delle responsabilità, di una democrazia, cioè, nella quale sia affermato il primato dei diritti dei cittadini nella vita pubblica, siano riformati i doveri nelle istituzioni e nelle amministrazioni e si renda possibile la fondazione delle nuove responsabilità collettive. Speriamo che i partiti, dopo aver ignorato i risultati del referendum sulla preferenza unica e delle elezioni politiche,prendano sul serio la costruzione di questa rappresentanza dei cittadini per la tutela dei diritti. Si tratta, è chiaro, di una sanzione della fine del monopoliodei partiti sullavitapolitica- che è un fatto per altro già avvenuto, anche se non tutti se ne vogliono accorgere-; ma è senz'altro meglio di quell'89 contro i partiti che sta avanzando rapidamente. Unitàa sinistrae:se fosse Iirabafenice? o sservo l'attuale dibattito sull'unità a sinistra in corso su Il Bianco e Il Rosso e non posso esimermi dal manifestare la mia meraviglia circa le spettacolari evoluzioni di chi cerca di spiegare, auspicare, giustificare (e chi più ne ha più ne metta) una ricerca di un'unità a sinistra per la quale invece a me sembra non ci si debba attardare più oltre. Dopo la caduta delle ideologie e dei comunismi, dopo i cambi di nomi e di sigle, credo che la Storia ci debba aver insegnato che non c'è più spazio per una Sinistra che non sia riformista, democratica, gradualista, non marxista, radicata e inserita nel grande filone solidaristico di estrazione sia cristiana che laica che ha caratterizzato la storia dell'Europa da almeno un secolo a questa parte. Mi chiedo cosa abbia a che fare con tutto ciò un gruppo politico di estrazione«bolscevica»quale fu quello che nacque con la scissione del '21 - che pur con tutte le «evoluzioni»democratiche ha mostratodi restare per buona parte comunista,anche dopo la grande svolta dell'89. Il problema che ci sta di fronte non è, indi CarloSorbi fatti, la irresistibile rivalità o contrasto tra due uomini come Occhetto e Craxi, ma tra due opposte concezioni dell'azione politica, l'una gradualista e riformista, l'altra ancorata inesorabilmente ad una radicale, massimalista, assolutista. Tale era il Pci, tale è ancora in buona parte il Pds, con l'aggravante che, venuto meno il collante marxista, sono emerse le altre anime già presenti nella cultura di quel partito: quella radicale di massa e quella riformista-gradualista. Mi chiedo come è possibile conciliare tutto ciò! Sarò miope, ma non vedo futuro per il Pds. Come «resto»di burocrati di partito e di vecchi (per altro appassionati) militantinon vedo altro che un mesto, triste tramonto. Ogni posizione politica del Pds troverà sempre all'interno di se stesso il più acerrimo oppositore, così da condannare il partito all'immobilismo. È ciò che abbiamo già visto in questi primi anni: ciò che piaceva ai miglioristitrovavalo sgradimento degli occhettiani e l'opposizione dei vetero comunisti; così viceversa per ognuna delle altre posizioni. Mi chiedo come possono stare insieme Psi e Pds? Credo che soloun lento processo di trasformazione porterà un giorno parte del Pds in un'area riformista, 53 gli altri lentamente si estingueranno. Invece è assai più importante pensare all'immediato. lo credo che il destino dell'Italia debba vedere per ancora lungo tempo una collaborazione tra Psi e Dc. I risultati di Napoli mi paiono a questo proposito confortanti. Lì dove si riesce a formare un valido gruppo dirigente con persone capaci e oneste i successi non mancano. Nello Polese ha mostrato di aver fatto bene e così Salvatore Abbruzzese, sia quand'era assessore alla casa sia come segretario di Federazione. Così occorre procedere, facendo ben piazza pulita di tangentari e rampanti. Certamente infatti l'immagine del Psi come utile trampolino di lancio per costituirsi posizioni di arricchimenti illeciti è stata assai diffusa in questi anni ed ha nuociuto terribilmente all'azione del partito. Ciò non vuol dire però che tutto il Psi sia un covo di briganti o che sia diventato una sorta di associazione a delinquere. Sotto questo aspetto l'attuale stato di empasse può anche essere di aiuto al partito: se un'intesa di governo non si potrà trovare, non vedrei per niente male un periodo di uscita dal governo e probabilmente anche dalla maggioranza, specialmente se non

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