.Pll. BIANCO l.XILROSW liX•®ilil Un'occasionedanonperdere orachefinisconoi soldi di Paolo Giammarroni «Diovuolesoffrire.A ciò lopreparaquel tantodi kenotico che inerisceallaCreazione,nella quale egli si è ritiratoin sé, si è volontariamente limitatoe ristrettoper farposto all'uomoe allasua libertà.La libertà umana è cominciatacon un consapevolee volontariosacrificio da parte di Dio». Luigi Pareyson,Filosofiadella libertà (Il Melangolo, 1989). iamo una società che non rie- s sce a esprimere una classe dirigente. In effetti è sempre più difficile emergere e proporsi come riferimento per gli altri. La pratica dello sberleffo, della critica per la critica, della dietrologia stupida ha raggiunto toni esasperati. Non si ferma di fronte a nessuno. E in queste condizioni la delegittimazione è dietro l'angolo. Trionfa l'«autoreferenzialità», come dicono i sociologi: il fidarsi e dar credito solo a se stessi e al proprio clan. Dietroquesto livore, le responsabilità dei partiti sono evidenti. Siamo l'unico paese occidentale dove, fin dalla Costituzione, da un lato si evita di definirne l'identità e le regole minime, dall'altro si esalta il «sistema» dei partiti nella partecipazione alla «statualità», cioè nel concorso alla determinazione della politica nazionale. A fronte di questo grande ruolo, i partiti hanno finito per darsi regole di vita interne assai simili tra loro: di qui un oggettivo sostegno alla tesi qualunquista del «sono tutti uguali», almeno fino all'avvento di esperienze federaliste (dai verdi alle Leghe) più o meno originali e «aperte». Grazie a poteri di diritto e a progressivi poteri di fatto, i partiti hanno finitocon l'occupare ogni piega delle istituzioni, anche le più alte. Peggio: negli ultimi anni, durante i quali la critica alla partitocrazia ha iniziatoa farsi più feroce e a tradursi in dati concreti, l'occupazione è stata - se possibile - più accelerata, quasi a garantirsi tutte le possibili, ultime solidarietà. E per risentirsi «cittadino» l'elettore ha avuto a disposizione strumenti nulli, o molto parziali come l'attuale referendum. In un sistema come questo, di complessiva irresponsabilità del singolo e dei gruppi, non può manifestarsi alcuna classe dirigente. Il politico di professione sarà «addestrato» alle logiche di salvaguardia delle rendite di posizione per l'organizzazione. L'intellettuale imparerà a dosare i suoi contributi teorici con le necessità di carriera e spesso di sopravvivenza. Il burocrate intenderà la sua funzione ai livelli più esecutivi, potendo contare sull'alibi una «ragion di Stato» di cui nessun può sondare la verità. 44 È toccato troppo spesso alle sedi della giustizia penale, civile, amministrativa incaricarsi di esprimere un «senso» qualsivoglia alla nostra vita collettiva: per arginare (nel bene) lo strapotere malavitoso, terroristico o mafioso; oppure (nel male) per far affogare qualsiasi provvedimento innovativo in un mare di veti incrociati, cavilli, interpretazioni personalistiche. Il giorno per giorno Se c'è una cosa che scandalizza davvero nel bubbone esploso a Milano è che il sistema-tangenti si dimostrava del tutto avulso da un'idea di città e di governo. Fa davvero differenza che abbiano rubato per sé oppure anche per il partito? Io non ne vedo, se il risultato è stato lo spreco, l'inefficienza, il degrado, la derisione dell'idea stessa di «progetto». Il «Piccolo» di Strehler è monumento al non finito, come le autostrade mozze in Campania. I grandi architetti e urbanisti italiani non hanno lavoro in Italia. Né sembrano esserci giunte nostrane in grado di «commissionare» loro un'opera dalle finalità e dalle caratteristiche pensate davvero a tavolino(vedi le astruse vicende dello Sdo romano). Decadenza culturale, asfissiaamministrativa, corruzione degli uomini, «teatrino» politico sembrano tutti elementi dello stesso mosaico. Il casoMilanoha portato questa voltaalla ribalta le complicità di fatto del mondo imprenditoriale. Lo scambio di interessi esiste e come: anzi sorprende l'autodifesa ge-
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