Il Bianco & il Rosso - anno III - n. 29/30 - giu./lug. 1992

compagine governativa di politici competenti, scelti dal Presidente del Consiglio senza logiche spartitorie e l'abuso del Manuale Cencelli, sulla base di quanto già ora prevede la Costituzione formale del Paese. È molto importante la qualità di un governo che sarà chiamato inevitabilmente a chiedere sacrifici alla gente, a dire loro che la festa è finita. Anche per quanti non sono neppure riusciti a prendervi parte. E, ovviamente, un governo autorevole ha tra i suoi primi obiettivi (oltre alla ratifica del trattatodi Maastricht)quello di riformare le regole della politica, con alcune misure lineari e chiare, sviluppando le quali possa determinarsi anche una rigenerazione morale del sistema dei partiti. Non mi convincono le «penitenze» a cui, da molte parti, s'intenderebbe sottoporre le forze politiche, magari attraverso l'abolizione del finanziamento pubblico o di quello per la stampa di partito. Le leggi devono fissare delle re- .{).lL BIANCO '-XILROSSO i•Xi#iilil gole trasparenti e reprimere dei comportamenti che non siano conformi. Tra le tante proposte che circolano in questi giorni alcune mi sembrano di grande interesse. Credo che difficilmente il sistema politico potrà cambiare se non nel contesto di un profondo rinnovamento istituzionale e delle stesse leggi elettorali che colleghino direttamente l'istituzione alla sovranità popolare, ben oltre l'attuale mediazione dei partiti. Altrimenti,l'ordinamentoitalianorischia di perdere ogni residua possibilità di efficienza e di efficacia. La Costituzione repubblicana presupponeva, come dato metagiuridico, il potente collante dei partiti, il cui caos attuale diviene così tutt'uno con l'ingovernabilità del paese. Ritengo,poi, che vadano assunti criteri più rigorosi per la selezione dei dirigenti politici. Si potrebbe stabilire per esempio che chiunque svolga un mandato rappresentativo sia tenuto ad essere oggetto di un oculato monitoraggio patrimoniale da parte di un'apposita authority o addirittura della stessa amministrazione fiscale. Si potrebbe poi prevedere misure di non punibilità o di derubricazione di reati, nel caso dei «collaboratori di giustizia» nelle indagini contro la corruzione politica; una sorta di «pentitismo» che ha dato buoni frutti in altri campi. Comprendo, infine, tutta l'importanza della disciplina delle opere pubbliche e degli appalti. Da questo punto di vista, tuttavia, l'integrazione europea porterà innovazioni più efficaci di qualunque normativa di rilievo: si introdurrà una prassi di benefica concorrenza che romperà il protezionismo di oggi. È quel· lo il contesto nel quale la corruzione ha avuto buon gioco ed ha trovato un terreno fertile per espandersi. Tra le tante cose che ci può portare l'Europa del 1993, forse c'è un po' di salute morale per le istituzioni Non era previsto da nessun «trattato». Ma non è una sorpresa sgradevole. Milanosiala spintaversouna «nuovas»ocietàcivile i fronte al caso Milano non D bisogna nascondere una sensazione almeno inizialmente liberatoria: dopo anni e anni di sussurri e mormorazioni o di denunce coraggiose e inascoltate di fronte alla illegalità diffusa e fatta sistema di governo, una volta tanto, tutto questo è divenuto inchiesta giudiziaria che ha sconvolto il nostro sistema politico. Ma altre riflessioni vengono alla mente: innanzitutto la crisi non solo della già evanescente distinzione tra maggioranza e opposizione, ma - ancor più grave - la difficoltà a contrapporre in maniera trasparente il perverso sistema politico e la casta società civile. di Luigi Di Liegro È chiaro, bisogna evitare il gioco al massacro, ma anche la facile assoluzione per quanti prosperando o, nella migliore delle ipotesi, subendo le regole del sistema dei partiti, oggi si ergono a giudici implacabili di una classe dirigente ora, apparentemente, in declino. Il male, si sa, ha un potere pervasivo che divide e nel contempo unisce in complicità inconfessabili: pur abituati come siamo alle pratiche del consociativismo deteriore, non possiamo nascondere una certa sofferenza nel vedere uomini che avrebbero dovuto incarnare i valori di diverse e ricche tradizioni culturali e politiche, con le facce stravolte o indurite all'uscita di un carcere o di un ufficio giudiziario, tutti uguali e omologati dalla «rilevanza pena38 le» dei loro comportamenti. In questi giorni molte ricette sono state formulate per uscire fuori da questo tunnel: la separazione dei livelli tra politica ed amministrazione,la riformadei meccanismiche regolano i rapporti tra enti pubblici e imprese private, per concludere sempre con l'appello alle riforme istituzionali. Non per retorica o moralismo,bisognaricordarci in questi momenti che ormai lapo· litica nel nostro paese non evocaniente altro che il Palazzo, arrogante o imbelle, il verminaio quotidiano della gestione dei soldi pubblici, il via vai di mezzefigureche transitano non tanto nelle stanze istituzionali del potere, ma nei suoi corridoi, nelle segreterie particolari, nel mondo artificiale che una democrazia bloccata e solo ca-

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==