Il Bianco & il Rosso - anno III - n. 29/30 - giu./lug. 1992

Certo, esagitati erano i grandi padri della Chiesa, come san Giovanni Crisostomo quando predicava: «Dimmi: di quanti poveri porta la refurtiva la tua mano? Stendi la mano, mostrala! Di che è rivestita? Di rapina!. .. Parla il ricco, e gli danno ragione. Parla il povero, e nessuno gli dà retta! Non posso tollerare nella Chiesa questa stoltezza». Certo, era esagitato anche papa Wojtyla, nel suo ultimo viaggio in Brasile quando si rivolgeva ai signori della terra con la maledizione di Isaia: «Guai a voi che congiungete casa a casa e campo a campo, come se voleste abitare voi soli sulla terra!». I nostri vescovi (se si fa qualche sparuta eccezione in terra di camorra o di mafia) non sono esagitati, non gridano «Guai a voi!»ai signori delle imprese e agli uomini dei partiti che «comprano e vendono», che «fanno mercanzia», che rivestono la .{).li~ BIANCO l.XILROSSO i•Xi®ilil mano con la «rapina» del povero, con la «refurtiva» del cittadino. I nostri vescovi, anzi, sembrano preoccupati di non distinguerli dagli altri, di metterli dentro la popolazione comune. Dicono: «All'onestà sono tenuti tutti». Dopo di che, stanno zitti. Qualche volta, è vero, parlano, con qualche documento. Quello un po' più duro è della fine dell'anno scorso e si intitola: «Educare alla legalità». Parla, per esempio, della corruzione e dice: «Spesso si trova comoda la corruzione per ottenere ciò che altrimenti non si potrebbe avere». È una constatazione generica, eppure quel documento ha fatto fatica ad uscire dagli ambienti della Cei. Quando venne pubblicato, fu subito precisato che era il prodotto di una commissione della Conferenza episcopale, non un documento di tutto l'organismo dei vescovi. Come mai non si ode la voce di condanna dei pastori della Chiesa italiana, non tanto sulla «questione morale» in genere, ma su questo attuale, ben preciso e diffuso scandalo di corruzione che viene dato dal mondo politico e imprenditoriale? Forse perché, se ci si sbilanciasse troppo a giudicare male questo o quel partito di governo, con chi poi si potrebbero fare le tante cose di cui ha bisogno la Chiesa dallo Stato italiano? Come mettere in piedi la commissione paritetica che si occupi dei beni ecclesiastici? Come sistemare tutta la faccenda dell'S per mille o delle offerte deducibili? Come portare avanti la sistemazione contrattuale degli insegnanti di religione? Ricordate la felicità al momento della firma dell'Intesa sull'ora di religione? Il cardinale Poletti e il ministro Falcucci che, con i bicchieri colmi di spumante, brindavano all'accordo raggiunto. Ma a che cosa brindavano!? IlnuovoGovernsoiasegno di puliziae di riformvaera - n queste settimane di passione, di I fronte all'emergenza di una questione morale tanto lacerante, al cospetto di una ragnatela della corruzione così estesa e ramificata, mi sono chiesto più volte cosa dobbia- - mo augurarci, che la magistratura (ormainon si può parlare solo dei giudici milanesi)scoperchi la pentola e raschi puntigliosamentenel fondo. Oppure che la dura lezione al sistema dei partiti arrivi al punto di incutere un salutare spavento foriero di una stagione di riforma, non già finoalla totale delegittimazione di un'intera classepolitica. A pensarci con calma e senza pregiudizi, essa è priva di credibili ricambi e di alternative migliori. Ormai è evidente: l'infezione non è un fatto locale (se possiamo usare questo aggettivo per di Ottaviano Del Turco una realtà come Milano). Le indagini, per gli interessi coinvolti, sono tanto vicine ai Palazzi di Roma che possiamo attenderci ulteriori sgradevoli sorprese. L'incantesimo si è rotto per sempre ed è venuto allo scoperto il sistema occulto di finanziamento del quale si immaginava l'esistenza anche se era impensabile che vi si facesse ricorso con tanta meticolosità, ad ogni livello. Non ci rimane che dire con Antonio di Shakespeare: «Malannos,ei scatenato.Fail tuo corso». E che la giustizia trionfi! Il sistema politico, però, non può rimanere in attesa di sapere quanti raggiungeranno le patrie galere e quanti invece riceveranno la patente di onesti. Le istituzioni e le funzioni di uno Stato democratico non possono riassumersi nella magistratura. È necessario che il potere politico abbia un 37 segnale di riscossa, trovi in sé la forza di reagire e di recuperare la credibilità perduta. È essenziale per la democrazia e non sono possibili altre soluzioni. Occorre però che cambiamenti ci siano e risultino corrispondenti alle aspettative della gente. Soprattutto i partiti devono mettersi nelle condizioni di provvedere al loro risanamento morale nel medesimo tempo in cui cercano di ristabilire una dignità riconosciuta alla loro funzione politica. In altre e più chiare parole, è difficile attendersi ardimentosi propositi di autoriforma dei singoli e dall'intero sistema dei partiti, se non si assisterà, prima di tutto, nelle prossime settimane, ad un salto di qua - lità nella formazione del governo della Repubblica. L'innatadiffidenzaverso i governi dei tecnici, non esime dal rivendicare una

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